Se anche Bloomberg difende la Manovra del Popolo

Ashoka Mody è visiting professor di Economia Internazionale presso l’Università di Princeton, ed è stato vicedirettore del dipartimento di ricerca e del dipartimento europeo del Fondo Monetario Internazionale. Questo articolo, pubblicato su Bloomberg Opinion, è l’analisi indipendente di un economista che ha conosciuto da vicino le istituzioni economiche internazionali e che in questo momento lancia un messaggio chiaro: la Manovra del Popolo non è scriteriata, ma anzi proprio quello di cui l’Italia ha bisogno, dopo anni di austerità e disagio sociale. Mody non è certo un simpatizzante del Governo del Cambiamento, come dimostrano alcuni passaggi dell’articolo in cui consiglia di ridurre alcune misure all’interno della manovra. Sulla Manovra del Popolo non arretriamo di un centimetro, ma gli italiani devono sapere che nel panorama internazionale ci sono voci molto autorevoli, come quella di Mody, che riconoscono come gli sforzi di questo Governo vadano nella giusta direzione, mentre è la Commissione europea che dovrebbe cambiare.

di Ashoka Modi per Bloomberg

I leader europei stanno attaccando l’Italia per la sua manovra volta ad aumentare la spesa allo scopo di dare impulso alla crescita e combattere la povertà. Ciò che essi non riescono a riconoscere è che un maggiore stimolo alla crescita potrebbe essere esattamente quello di cui l’economia italiana ha bisogno.

Le prospettive di crescita dell’economia globale si stanno deteriorando più rapidamente di quanto i previsori abbiano indicato. Un rallentamento in Cina ha colpito il commercio mondiale, la crescita delle esportazioni europee sta decelerando e la fiducia delle imprese è diminuita fortemente. Tutto ciò non può non avere ripercussioni sull’Italia, dove la produzione industriale sta aumentando di poco e una recessione può essere imminente.
Questo è il contesto in cui si dovrebbe giudicare il dibattito sempre più acceso tra Bruxelles e Roma. Il nuovo governo italiano, guidato dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, ha proposto una politica di bilancio espansiva che vede il deficit lievitare al 2,4% del PIL per il prossimo anno. La Commissione europea ha bocciato la manovra come irresponsabile, generando uno scontro che è stato segnato persino all’episodio di un deputato che ha calpestato fogli all’interno del Parlamento europeo e aspri scambi di dichiarazioni su Twitter. Nel mezzo della discordia, i rendimenti sui titoli di stato decennali italiani hanno continuato ad aumentare.

Ma se l’economia italiana è in stallo, lo stimolo fiscale può essere l’unica strada per evitare una pericolosa recessione, che potrebbe trascinare l’Italia in una crisi ingestibile. Di certo, l’insistenza della Commissione europea sul fatto che il governo italiano debba onorare gli impegni presi dai governi precedenti è completamente priva di senso. L’austerità peggiorerebbe la recessione e, perciò, aumenterebbe il peso del debito pubblico (in rapporto al PIL). A sua volta, questo aggraverebbe le tensioni sui mercati piuttosto che alleviarle.

Al contrario, entrambe le parti dovrebbero concentrarsi a discutere quale sia il livello appropriato di deficit e quali siano le spese migliori da effettuare. L’Italia deve fronteggiare vincoli molto stringenti: il rapporto debito/PIL del Paese, attorno al 132%, è già estremamente alto. Perciò è cruciale che la spesa aggiuntiva non faccia crescere il deficit al di sopra dell’obiettivo del deficit al 2,4%. A questo scopo, il governo dovrebbe moderare le sue previsioni di crescita eccessivamente ottimiste, e contestualmente limitare i suoi piani di spesa, per evitare che il deficit cresca al di sopra del livello programmato rispetto al PIL.

Riguardo a come spendere i soldi, la raccomandazione tradizionale – secondo cui si dovrebbe privilegiare le infrastrutture o altri investimenti di lunga durata – potrebbe non essere una priorità immediata. I governi italiani hanno registrato a lungo degli avanzi primari di bilancio (al netto della spesa per interessi), in un periodo in cui la bassa crescita e la crisi finanziaria hanno colpito fasce ampie della popolazione. Come hanno notato gli economisti del Fondo Monetario Internazionale, questo continuo stringere la cinghia fa crescere le richieste di taglio delle tasse e aumento della spesa pubblica per alleviare il disagio sociale. Il sostegno economico alle famiglie a basso reddito, ad esempio, potrebbe essere particolarmente efficace, perché il denaro andrebbe alle persone maggiormente in grado di spenderlo.

La guerra verbale fra la Commissione europea e il governo italiano non porta da nessuna parte. In linea di principio, la Commissione può imporre sanzioni finanziarie nel caso in cui l’Italia ignorasse le sue raccomandazioni, ma persino la cancelliera tedesca Angela Merkel ha riconosciuto che fare questo servirebbe soltanto a “far avvicinare la prospettiva il default molto velocemente”. In ogni caso, queste multe sarebbero destinate al fallimento: i capi di governo che compongono il Consiglio europeo, che devono autorizzare ogni azione del genere, non imporranno sanzioni per la paura che i loro stessi Paesi possano essere multati in futuro.

Le politiche vaghe e imprevedibili del governo hanno causato sgomento sui mercati. Detto questo, anche le aspre dichiarazioni dei commissari europei sull’Italia hanno fatto crescere il costo del debito. Alcuni potrebbero vederci un’occasione utile per fare pressioni sull’Italia affinché resti in linea, ma significherebbe giocare con il fuoco. I rendimenti in crescita e la caduta dei prezzi delle obbligazioni hanno causato tensioni ai danni delle già fragili banche italiane, che detengono grandi quantità di titoli di stato. La pressione sulle banche, a sua volta, potrebbe rendere necessari dei salvataggi che peggiorerebbero ulteriormente il quadro della finanza pubblica. Il rallentamento generale dell’economia può solo peggiorare questa tendenza, spingendo le banche più deboli e le finanze pubbliche all’interno di un circolo vizioso.

In questo contesto pericoloso, non riuscire a mettere in piedi una discussione costruttiva potrebbe produrre un disastro economico e politico. Dall’altro lato, modificare la narrativa dominante per dare legittimità ad un piccolo aumento del deficit italiano rassicurerebbe gli investitori e calmerebbe i mercati. I commissari europei dovrebbero riconsiderare le loro posizioni molto rapidamente.