La manifestazione del Pd e i telegiornali amici (che non portano mai bene)

di Gianluigi Paragone, capogruppo MoVimento 5 Stelle in Vigilanza Rai

I telegiornali amici non portano mai bene. I telegiornali nemici ma onesti portano consiglio. I telegiornali vendicativi sono una scorrettezza, a maggior ragione se sono pagati coi soldi del canone. Ed è quello che ormai accade puntualmente col tguno.
Ieri, domenica, l’edizione delle 20 (cioè la più seguita) ha aperto con la manifestazione del Partito democratico. In poche parole, l’infantilismo del direttore (altrimenti dovrei scrivere il “tremendo dilettantismo”) ha inventato come nelle favole un’attualità tutta sua: la notizia più importante in Italia era l’adunata del Pd. 

Ora, non c’è bisogno di un direttore da Pulitzer per rendersi conto che né le cifre della manifestazione (sembrava una riunione tra nostalgici, quasi alla memoria) né il tema rendevano l’happening ben lontano dal meritare tanta gloria in scaletta. Tanto per capirci, il Corriere della Sera del lunedì la prevede a pagina 10. (E’ vero che Repubblica ci apre, ma diciamo che in assenza dell’Unità il giornale di De Benedetti ne fa orgogliosamente le veci).

Detto con tutto il rispetto per l’autonomia dei direttori (ci mancherebbe altro), trovo scorretto che gli italiani che pagano il canone Rai debbano subire l’informazione di chi palesemente sta cercando un nuovo posto al sole a scapito di informazioni serie su ciò che sta accadendo nel Paese reale. Ripeto: criticare la nota al Def è nelle prerogative di una redazione matura, ma addirittura metterla in secondo piano perché c’è da omaggiare il Partito di riferimento sfonda il senso del ridicolo. E dico ridicolo perché la sfacciataggine con cui stanno tentando il lavaggio del cervello è tanto palese quanto arrogante.

Conferma ne è l’arruolamento – a che cifre? – di Carlo Cottarelli nella costosissima squadra di Che Tempo Che Fa, come opinionista fisso in esclusiva (uniche deroghe previste per andare da Floris…). Ora che Cottarelli vada a fare la morale sui conti pubblici in una trasmissione della Tv pubblica che grida vendetta al Cielo per il suo esorbitante costo (a casa mia si chiama SPRECO!) è la dimostrazione della malafede diffusa, che poi lo faccia senza contraddittorio (almeno nella settimana di presentazione della Nota al Def) è profondamente scorretto quindi Fazioso. Cottarelli, uomo educato dal Fondo monetario internazionale, è uomo delle élite, è il prodotto d’allevamento del neoliberismo e soprattutto è un baby pensionato visto che, alla faccia dei predicozzi sulla Fornero, se n’è andato in pensione a 59 anni.