Con la legge di bilancio partirà la progressiva abolizione del finanziamento pubblico ai giornali

di Vito Crimi

Da oltre 10 anni sosteniamo che il sistema dell’informazione in Italia è malato. Un perverso intreccio tra politica, editoria e comitati d’affari che ha reso l’informazione sempre meno autorevole e sempre più autoreferenziale. 10 anni in cui gran parte della stampa non ha fatto altro che deriderci, insultarci, offenderci, mentirci. E ha mentito non soltanto a noi, ma anche ai milioni di italiani che ci hanno votato.

Ora che siamo al governo del Paese e possiamo realizzare le proposte che portiamo avanti da dieci anni, continuano a riempirci di fake news:

– dicono che agiamo per vendetta contro i giornali, ma è falso;
– dicono che attacchiamo la libertà di stampa, ma è falso;
– dicono che auguriamo ai lavoratori di perdere il lavoro, ma è falso.

Questo sistema ha visto la politica regalare soldi a tutti i giornali, non solo a quelli di partito ma anche agli altri. Soldi che sono serviti a finanziare editori, a sanare bilanci, a collezionare utili, a tenere in piedi giornali che altrimenti nessuno avrebbe comprato. E malgrado tutte queste elargizioni, l’emorragia di lettori non si è fermata.

Un sistema malato che ha premiato i prenditori e NON i lettori, NON l’informazione, NON la libertà di stampa.

Stiamo parlando di oltre 4 MILIARDI DI EURO elargiti in 15 anni. Ma nonostante l’enorme quantità di soldi pubblici ricevuti, il settore è ancora in crisi.

Forse perché i soldi sono andati ai soli editori, e non all’intero comparto dell’editoria. Oggi i giornalisti si ritrovano precari e sottopagati, sfruttati e senza tutele. Zero tutele anche per altri soggetti della filiera come le edicole (ne chiudono 3 al giorno).

E che dire del lettore, che dovrebbe essere il vero padrone? Il suo diritto ad essere informato è stato azzerato, spento. Anzi, spesso viene considerato come uno scolaro, da indottrinare con il Sacro Verbo dell’editorialista di turno che piega i fatti a sostegno delle proprie opinioni.

Denunciavamo queste cose 10 anni fa da un palco come questo, al secondo V-Day di Torino. E siamo ancora qui a denunciarle. Ma oggi qualcosa è finalmente cambiato. Siamo al governo!

Quindi è con grande orgoglio che vi comunico questa notizia: con la prossima legge di bilancio partirà la progressiva abolizione del finanziamento pubblico ai giornali.

E ora ve la spiegheremo con un po’ di numeri.

I contributi ricevuti da alcuni giornali nel 2017 ammontano a circa 60 milioni di euro. Nel 2019 li dimezzeremo e nel 2020 spariranno del tutto.

Poi ci sono i rimborsi per le spese telefoniche: 32 milioni di euro. Rimborsi che vanno a tutti, e ripeto tutti, i giornali. Nel 2019 li taglieremo e risparmieremo altri 32 milioni. Radio Radicale da sola prende un contributo fisso di 4 milioni di euro (oltre alla convenzione col Ministero dello Sviluppo Economico). Anche qui, dimezzamento nel 2019 e taglio totale nel 2020.

I giornali diffusi all’estero prendevano ogni anno 2 milioni di euro. Stranamente, nel dicembre 2017 e a pochi mesi dalle elezioni, il governo Gentiloni ha tirato fuori dal cilindro 1 milione di euro in più per finanziarli. È facile immaginare come abbiano evitato di criticare chi gli ha dato ancor più da mangiare. Ancora, dimezzamento nel 2019 e dal 2020 via del tutto.
Stesso discorso per i giornali in lingua slovena: un solo giornale ha ricevuto un contributo fisso di 1 milione di euro, oltre al contributo che già prendeva insieme agli altri. Via.

Contributi pubblici sono previsti anche per la stampa speciale per gli ipovedenti e non vedenti. Per questo tipo di editoria NON TAGLIEREMO UN CENTESIMO. Anzi, speriamo di riuscire ad aumentare i fondi.

Riassumiamo: IN 2 ANNI RISPARMIEREMO FINO A 100 MILIONI DI EURO. Soldi, questi, con i quali potremo finanziare diverse attività:
– progetti realmente innovativi, al passo con le nuove tecnologie, che abbiano al centro il lettore e favoriscano un vero pluralismo e la verificabilità delle notizie;
– strumenti per un’informazione dal basso, partecipata;
– progetti culturali che sappiano educare i nostri ragazzi ad interpretare correttamente gli innumerevoli stimoli informativi che ricevono;
– sostegno al sistema della distribuzione: penso a quella rete di 28 mila edicole, e quindi 28 mila famiglie, che può ancora offrire tanto in termini di servizi ai cittadini.

Questi non sono annunci, né tweet, né soldi che escono dalla porta e rientrano dalla finestra, come ci hanno abituato. SONO NORME CHE TROVERETE NELLA LEGGE DI BILANCIO. Sono fatti.
Lo abbiamo promesso e lo stiamo facendo in nome della COERENZA che ci contraddistingue.