Sgravi per tre anni alle imprese del Sud che assumono


di seguito l’intervista che il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, ha rilasciato al Fatto Quotidiano

Chiederà per il Sud il 34 per cento degli investimenti. Promette di sgravare dei contributi per tre anni le imprese che assumono. E come il vicepremier Luigi Di Maio, sostiene che il totem del 3 per cento del rapporto tra debito e Pil non è inviolabile: “Si può discutere con l’Europa”. Nel suo ufficio a Palazzo Chigi, il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, ragiona su cifre e progetti.

Cosa serve al Meridione? 

Il primo punto è non perdere i fondi strutturali dell’Unione europea. Appena arrivata qui, mi sono resa conto che negli ultimi anni hanno lavorato malissimo su questo tema.

Comincia incolpando subito i predecessori?

Sono i numeri che parlano. L’Unione europea ha stanziato per il Sud 42 miliardi di fondi per il periodo che va dal 2014 al 2020. Entro il 31 dicembre di quest’anno scade il termine per presentare i rendiconti per la prima tranche da 9 miliardi, ma la rendicontazione necessaria è ferma a meno di 2 miliardi. Senza dimenticare che spesso la politica ha utilizzato molti dei fondi per spesa corrente, nascondendosi dietro rendicontazioni per lavoretti, i cosiddetti progetti sponda.

E lei cosa conta di fare? 

Voglio rimediare all’inerzia o ai veti politici, che fermano l’iter dei progetti, e creare una rete tra Regioni ed enti locali. Sono stata in Sicilia due volte e abbiamo sbloccato il Passante e l’Anello ferroviario di Palermo. Ma soprattutto, l’assenza di risorse e personale non deve essere un alibi o un impedimento. E interverrò anche su questo.

E come?

Ho scoperto che l’Agenzia per la coesione ha oltre 150 consulenti esterni. Li metterò a disposizione di Regioni e Comuni, in modo che li aiutino a preparare i progetti.

Verrà accusata di voler controllare gli enti locali con gente sua. Già diffideranno di un ministro grillino. 

Non voglio controllare nessuno, e sto trovando grande disponibilità. Posso pormi anche in modo piuttosto severo, ma il mio fine è solo utilizzare i fondi di coesione.

Nella conferenza stampa sul gasdotto Tap assieme al governatore pugliese Michele Emiliano si è alzata e se ne è andata. Non si pente di un gesto del genere?

Assolutamente no. Il giorno prima dell’incontro, Emiliano ha scritto tweet richiamando il no di Alessandro Di Battista al Tap, e così tutti i giornalisti ci hanno chiesto di quello. Ma Alessandro, che pure rappresenta una parte fondamentale del Movimento, non fa parte del governo, con cui Emiliano parla regolarmente. Quella del governatore è stata solo una recita.

Il premier Conte ha detto davanti a Trump che il Tap è un’opera strategica. Ma  proprio Di Battista aveva garantito che lo avreste chiuso in 15 giorni. Lei si è detta certa che Conte cambierà idea, ma alla fine voi 5Stelle non manterrete le promesse fatte in campagna elettorale. 

Ora la questione Tap è nelle mani di Conte, proprio perché è così delicata. Il premier ha già incontrato il sindaco di Melendugno (Lecce, ndr) e presto lo rivedrà per fare una sintesi su una questione che negli anni è diventata sempre più complessa, tra ratifica dell’accordo e avanzamento dell’opera. E non per colpa del Movimento.

I comitati locali si sentono traditi. E hanno ragione.

Io non trovo questo clima tra i cittadini. La gente capisce che il tema è complicato.

Lei chiede il 34 per cento degli investimenti per il Sud: tanto.

Quella percentuale l’aveva stabilita il governo Gentiloni, ma non l’ha mai attuata. Ora siamo a meno del 29 per cento, ma il 34 serve per riequilibrare, anche perché la popolazione del Sud rappresenta il 34 per cento di quella italiana. E la sfida è allargare quegli investimenti ad Anas e Rfi, visto che le Regioni del Sud, di fatto, non sono collegate tra loro.

Intanto la disoccupazione dilaga.

Ho già pronto un piano per sgravare di tutti i contributi le imprese che assumono, per tre anni.

Quanti soldi servono?

Ho già trovato le coperture, ma preferisco aspettare per ufficializzare le cifre. Presenterò tutto al ministro dell’Economia Tria.

E come farà a convincerlo? Volete reddito di cittadinanza, flat tax e superamento della Fornero. Ossia volete sforare  il 3 per cento.

Del parametro del 3 per cento si può assolutamente discutere. Ma in generale bisogna ragionare con la Ue della riqualificazione della spesa, recuperando spazi di flessibilità.

Il reddito di cittadinanza va fatto subito?

Sì, lo vorrei tutto e subito. Ci sono 5 milioni di poveri.

Dovete ripagare gli elettori del Sud, che vi hanno votato solo per avere il reddito.  

Non è così. Il reddito non è affatto solo per il Sud, così come la flat tax non è solo per il Nord. E i cittadini che incontro mi chiedono innanzitutto scuole, treni e bonifiche.

Matteo Salvini ha appena incontrato lo xenofobo Orbán. Imbarazzante, non crede?

L’incontro tra Salvini e Orbán non rappresenta nulla. È un discorso che riguarda Salvini, e solo lui. Per il resto c’è un contratto di governo. E io mi sento distante mille miglia da Orbán.

Questo incontro squalifica tutto l’esecutivo. 

Il contraente M5S ha precisato che Salvini non rappresentava il governo: non ci possono essere effetti.

Lei è stata tra i primi a rispondere al ministro dell’Interno quando ha attaccato Roberto Fico. E molti 5Stelle l’hanno seguita. È venuto a galla il vostro malessere

La dialettica interna per me è sempre benvenuta, ma io ho voluto solo ricordare che il presidente della Camera ha il diritto di esprimersi. Tutto qui.