Perché gli applausi dei cittadini sono l’antidoto ai colpi di coda dell’establishment

di MoVimento 5 Stelle

Il 18 agosto si sono svolti a Genova i funerali solenni delle vittime della tragedia del crollo di parte del ponte Morandi. Tutto il Governo, compatto, si è stretto intorno ai familiari delle vittime, dei feriti, intorno agli sfollati. Molti addetti ai lavori si aspettavano una vigorosa protesta popolare contro il Governo italiano invece è avvenuto un fatto che ha spiazzato tutti.

Luigi Di Maio e Matteo Salvini, vicepremier e leader del M5S e della Lega, sono stati accolti da una ‘ovazione’ (copyright sito Repubblica). Mentre l’opposizione con il segretario del Pd è stato fischiato dalle stesse persone. In passato, in circostanze analoghe a quella della tragedia di Genova, non era mai capitato che nel corso dei funerali ci fossero applausi verso i membri del Governo. Quanto accaduto va ben oltre la semplice analisi o derubricazione quali applausi a M5S-Lega e fischi al Pd. Quanto accaduto rappresenta un qualcosa dal fortissimo valore simbolico. Ha ragione il politologo Piero Ignazi quando paragona quegli applausi e quei fischi a quanto avvenuto nel 1993 con le monetine lanciate a Craxi fuori l’hotel Raphael.

Quanto avvenuto rappresenta uno spartiacque. L’immagine plastica della svolta avvenuta il 4 marzo e del Governo del Cambiamento.
Bene ha fatto Rocco Casalino, nel suo ruolo di portavoce del presidente del consiglio, a segnalare a dei giornalisti un fatto così rilevante. Era un suo dovere farlo, anche considerando che molti di quegli stessi giornalisti avevano chiesto di sapere se Di Maio e Conte sarebbero entrati da ingressi laterali, aspettandosi probabilmente una qualche protesta. Perchè molti di loro erano pronti a dedicare titoloni in prima pagina e aperture qualora ad essere fischiati fossero stati i membri del Governo. Da qui anche la legittima provocazione di Casalino: “Sono curioso di leggere i giornali domani”.
Il mainstream mediatico ha provato a nascondere e minimizzare, oppure a mettere il silenziatore a quegli applausi e a quei fischi.

Ma quegli applausi non possono essere nascosti perchè rappresentano la speranza, e la rinnovata fiducia verso il futuro e verso le Istituzioni. Un paradosso che chi è stato accusato di antipolitica faccia tornare nei cittadini la fiducia nella Politica. Anche i fischi non erano indirizzati a Martina in quanto tale, ma al Pd e a tutto il sistema di potere, di interessi corporativi, di lobby che per anni hanno difeso e rappresentato all’interno delle Istituzioni. Quanto è avvenuto ha fatto crollare in un secondo il castello di sabbia costruito dal Pd e veicolato dalla stampa che addebitava al MoVimento 5 Stelle una responsabilità per il crollo del ponte Morandi che chiaramente il MoVimento non ha e non poteva avere.

Andare a recuperare una vecchia dichiarazione di un ex consigliere del MoVimento che, citando una nota di Autostrade, parlava di ‘favoletta’ a proposito di un possibile cedimento del ponte, è stata un’azione spregiudicata e profondamente scorretta. Quegli applausi e quei fischi hanno dimostrato che queste operazioni non funzionano e che il Paese sa bene dove sono i responsabili.

Quell’acclamazione significa che con ancor più forza questo Governo potrà contare sui cittadini per resistere ai colpi di coda di un establishment e di un potere che si annida ancora nei palazzi pubblici, così come in qualche redazione. Quelle sacche di potere accumulato negli anni si possono ancora percepire. Nell’operato di un funzionario, così come in quello di qualche giornalista. Che magari si sente in dovere di girare un messaggio privato a un parlamentare del Pd. La notizia non dovrebbe essere che un portavoce faccia girare una notizia, ma che dei giornalisti si sentano alle dipendenze di un partito politico dovendolo avvisare di un messaggio privato.