Autostrade, il competente Chicco Testa che non sa cos’è l’utile netto di un’impresa

di Carla Ruocco, Presidente commissione Finanze della Camera

Chicco Testa è l’immagine della classe “dirigente” che ha spolpato il Paese negli ultimi 30 anni. È stato presidente dell’Enel e membro del consiglio di amministrazione di Acea e Wind, ma non sa che l’utile netto di un’impresa si ottiene sottraendo dai ricavi sia i costi che le tasse.

Nel caso specifico, Autostrade per l’Italia ha ricavato 43,7 miliardi dai pedaggi degli italiani dal 2001 al 2017 e su questi ha ottenuto 2,1 miliardi di profitti una volta sottratti tutti i costi, fra i quali il costo del lavoro, gli investimenti, la manutenzione (poca), il canone della concessione e le imposte allo Stato. A questi 2,1 miliardi non bisogna sottrarre i 9 miliardi, come fa Testa. Sono profitti puliti.

Non solo lo Stato non perderebbe soldi nazionalizzando, ma farebbe molto più di 2,1 miliardi di utili, perché non dovrebbe pagare il canone di concessione e girerebbe a se stesso le imposte. Tutti utili che potrebbero essere reinvestiti in nuove infrastrutture e manutenzione di quelle esistenti, dato che lo Stato non è obbligato a fare profitti e distribuire dividendi, ma deve solo garantire la qualità e la sicurezza del servizio pubblico.

L’autogol di Chicco Testa è clamoroso. Questi sono i competenti che ci accusano di essere impreparati. Chicco ritenta, sarai più fortunato.

ps. anche il Sole 24 Ore gioca con i numeri, perché sottrae dall’utile netto 7,2 miliardi di oneri finanziari che in realtà sono profitti veri e propri. Se Autostrade per l’Italia ha dovuto utilizzarli per pagare gli interessi è anche perché ha acquistato la concessione interamente a debito. Si da per scontato che lo Stato dovrebbe farsi carico dei debiti residui di Autostrade, ma anche questo è tutto da vedere.