Verità e giustizia per Paolo Borsellino

Oggi è l’anniversario della morte di Paolo Borsellino. Per tenere vivo il suo ricordo e il suo esempio abbiamo intervistato suo fratello, Salvatore, che ci ricorda che è tempo di verità e giustizia.

di Salvatore Borsellino

Sono trascorsi 26 anni da quel 19 luglio del 1992. Sono stati anni difficili: per primi 5 anni ho sperato veramente che la morte di mio fratello fosse bastata a cambiare tutto, poi, invece, ci sono stati gli anni della disillusione. I governi di diversi colori cominciavano a pagare le cambiali di quella scellerata trattativa che era stata la vera causa – la causa principale – dell’accelerazione dell’assassinio di mio fratello.

Mio fratello, ne sono convinto, è stato ucciso con un piano affrettato rispetto a quella che sarebbe stata la sua eliminazione – che sarebbe arrivata in ogni caso – per mano della mafia, ma che è stata sollecitata da parte di quella politica, di quei pezzi dello Stato, che avevano scelto di condurre con la mafia una scellerata trattativa. Con Paolo in vita, la trattativa non sarebbe mai potuta andare avanti, e di conseguenza doveva essere eliminato e la sua agenda rossa doveva sparire.

Finalmente abbiamo alle spalle due sentenze della magistratura, che indicano la nuova strada. I più grandi ostacoli sulla strada della verità e della giustizia sono stati posti proprio da pezzi delle istituzioni. Se si vuole passare veramente a una terza Repubblica, bisognerebbe mettere al primo posto la ricerca della verità. C’è un peccato originale da lavare, e se non si lava questo peccato originale; se non si lava il sangue delle stragi, non ci potrà mai essere niente di nuovo.
Io mi aspetto molto da quei ragazzi che una volta mi invitarono a Pomigliano d’Arco. Fu proprio Luigi Di Maio a invitarmi. Allora era un ragazzino. Si parlò di verità e di giustizia e ritengo fondamentale che Luigi continui a parlare di verità e di giustizia, adesso che ha degli incarichi di governo ed è finalmente arrivato lì dove si può fare qualcosa.

C’è una grossissima responsabilità dei mezzi di informazione, che per anni hanno occultato il processo di Palermo sulla trattativa e che hanno liquidato in poche pagine la sentenza del processo, mentre hanno sempre dato la massima attenzione ad altri processi semplicemente perché attirano la morbosa attenzione dell’opinione pubblica. Questo è quello che cercano di fare i giornali nel nostro Paese.

Io spero veramente che la Commissione giustizia – nella quale c’è una persona che stimo moltissimo, Giulia Sarti – e la Commissione antimafia riescano a dare una svolta. Hanno dei poteri immensi, la Commissione antimafia può accedere agli archivi, può interrogare persone senza l’autorizzazione della magistratura.

Finora è stato fatto poco. Mi aspetto che vengano scoperchiati gli archivi segreti, dove ci sono i segreti di questo nostro disgraziato Paese. Questo mi aspetto dal nuovo Governo, e posso riassumerlo in sole due parole, che da anni continuiamo a gridare e che spesso abbiamo gridato insieme a quei meetup che poi sono diventati qualcosa di diverso: verità e giustizia. Verità e giustizia, non ho nient’altro dire.