Tutto quello che c’è da sapere sul Decreto Dignità che oggi arriva in Aula alla Camera

di Luigi Di Maio

Oggi è un giorno molto importante per il Governo del cambiamento. Oggi arriva in aula il decreto dignità, il primo provvedimento economico di questo Governo. È un giorno importante anche per il Movimento 5 Stelle e per tutti quelli che ci hanno supportato in questi anni perché dentro il decreto dignità ci sono alcune delle nostre battaglie storiche: la lotta al precariato, la lotta all’azzardopatia, la lotta alle delocalizzazioni e la lotta alla burocrazia.

Finalmente tutti questi argomenti possiamo affrontarli come Governo e come maggioranza e dare il via a una nuova stagione per gli italiani. Finalmente l’aula della Camera che negli scorsi anni è stato teatro di tanti voti vergogna che abbiamo sempre e puntualmente denunciato perché era utilizzata per fare gli interessi di chi era al Governo e non dei cittadini (ricordate ad esempio i 7 miliardi alle banche), torna a occuparsi dei bisogni concreti delle persone. Quello che arriverà oggi alla Camera è un Decreto Dignità 2.0, perché è stato migliorato grazie agli emendamenti dei parlamentari delle commissioni riunite finanze e lavoro che ringrazio per il loro prezioso lavoro. Dei contenuti di questo decreto che restituisce dignità alle persone abbiamo già parlato tante volte.

Oggi vorrei solo sfatare alcuni falsi miti e vere e proprie bufale diffusi ad arte per screditare questo provvedimento. E allora rispondiamo a tutto a testa alta.

Numero uno: con il decreto dignità ci sarà’ un calo dei posti di lavoro. Assolutamente no! È falso.
Le stime che sono girate nei giorni scorsi sono campate per aria. Per noi non hanno alcun fondamento. Come si fa a prevedere 8.000 posti di lavoro in meno nel 2027, come se in 10 anni le condizioni economiche non cambiassero. E infatti alla stessa conclusione è arrivato il ministro Tria e anche i tecnici della Camera. L’occupazione dipende dall’andamento dell’economia. Le norme creano o distruggono diritti, e quello che facciamo con il dl dignità è creare nuovi diritti, ma è il livello dei consumi che convince le imprese ad assumere o licenziare un lavoratore. Tante persone in queste anni sono state rinnovate decine di volte dalla stessa multinazionale o centro commerciale, da adesso se questi signori vogliono delle competenze che il lavoratore ha ormai acquisito dovrà dargli un contratto degno. Questo è sacrosanto.
Invece negli ultimi anni si era sancito il principio che uno dovesse rimanere precario a vita e quindi sempre meno persone si possono permettere di acquistare, di farsi una famiglia, di comprare una casa, un’auto. Le stime pessimistiche servono solo a spaventare le imprese e i lavoratori, ma sono fantascienza. Il decreto vuole fare una cosa sola: favorire il lavoro stabile rispetto a quello a termine. Perché pensiamo che chi ha un lavoro stabile possa anche programmare degli acquisti, e quindi possa contribuire a rilanciare l’economia. Di chi vi fidate? Di noi o di quelli che vi hanno distrutto la vita con il Jobs Act? O di quei media che vi avevano nascosto la verità sull’airforce renzi? Perchè sono quelli che stanno attaccando questo decreto.

Numero due. gli imprenditori non potranno assumere perché’ i contratti sono più costosi. Anche questa è una bufala.
In realtà il decreto dignità prevede l’estensione dello sgravio per i contratti a tempo indeterminato per i giovani fino ai 35 anni di età fino al 2020. Sgravi che potenzieremo ulteriormente con la prossima legge di bilancio. Il contratto a tempo indeterminato sta diventando sempre più conveniente per le imprese e tornerà di moda, vedrete.

Numero tre. Ci sarà’ caos nelle norme perché l’imprenditore ha già stipulato dei contratti a termine. Questo era un rischio e quindi abbiamo pensato anche a questo, naturalmente.
Il decreto conterrà una norma secondo cui chi ha già assunto a tempo determinato prima dell’entrata in vigore del decreto si regola secondo le norme precedenti, fino al 31 ottobre 2018. Evitiamo così alle imprese ogni tipo di caos o disagio.

Numero quattro. Il decreto dignità e’ contro gli imprenditori. Questa è la balla più grande. No, nel modo più assoluto.
Anzi: il decreto dignità è il primo passo di un patto tra lavoro e impresa di cui l’Italia ha bisogno come il pane. Noi non facciamo altro che intervenire per limitare gli abusi sui contratti precari e diamo alle imprese tutti gli strumenti, anche economici, per passare a contratti più stabili. Per le imprese, poi, ci sono le novità sulle delocalizzazioni e la semplificazione. In pratica, le imprese che investono e rimangono in Italia le stiamo tutelando dalla concorrenza sleale di chi prende i soldi pubblici per comprare i macchinari e poi li porta in paesi dove il costo del lavoro è più basso.

Se tu multinazionale, prendi i soldi pubblici dello Stato Italiano, magari con quei soldi compri dei macchinari, e poi sposti tutto all’estero, e lasci i lavoratori italiani disoccupati, questo non ci sta bene. Devi restituire quei soldi fino all’ultimo centesimo e pagare anche una sanzione pari a 4 volte i soldi che hai preso.

Io con gli imprenditori ci parlo ogni giorno. Ci parlavo prima da deputato e a maggior ragione adesso da ministro. E gli imprenditori delle PMI che sono il cuore dell’impresa italiana mi dicono che vogliono essere lasciati in pace dalla burocrazia. E infatti per ora abbiamo disattivato sia lo spesometro che il redditometro, due adempimenti vecchi e inutili che ogni imprenditore conosce bene, purtroppo. E poi non dimentichiamo una categoria massacrata negli anni come le partite iva: a loro abbiamo tolto lo split payment.

Quando abbiamo pensato a questo decreto, abbiamo pensato anche ai vantaggi per gli imprenditori. Se il singolo imprenditore assume lavoratori precari pensa di avvantaggiarsene, ma se lo fanno tutti gli imprenditori crollano i consumi e migliaia di imprese sono costrette a ridurre la produzione o chiudere i battenti. Quelle che per anni hanno venduto agli imprenditori come grandi soluzioni per le imprese, non hanno fatto altro che creare un mercato di persone con lavori instabili che non si può permettere di acquistare niente o quasi niente. Cioè hanno fatto il contrario di quello che vuole un imprenditore. La precarietà è una sciagura non solo per il lavoratore, ma anche per l’intera economia, perché non permette di spendere quanto si potrebbe se solo si avesse un contratto stabile. A creare disoccupazione e sottoccupazione non è certo il decreto dignità, ma la precarietà selvaggia che stiamo combattendo.

Questo era tutto quello che dovevate sapere sul decreto dignità. oggi, come vi ho detto prima, cominciano le votazioni in aula. So che è estate e che molti di voi sono già in ferie, ma vi chiedo comunque di seguirci, di informarvi, di rimanere appassionati alla nostra azione per il cambiamento del paese. Oggi posiamo la prima pietra di una nuova Italia che mette al centro il cittadino e i suoi diritti. Io ne sono orgoglioso e altrettanto dovete esserlo voi, perché senza di voi nulla di tutto ciò sarebbe mai stato possibile. Ciao!