Europa e migranti: superare Dublino per un’Unione pacifica e solidale

di Sergio Battelli, presidente Commissione Affari europei

Il futuro dell’Europa e la gestione delle migrazioni. Sono i temi attorno ai quale ruota la Cosac, la Riunione dei Presidenti della Conferenza degli organi specializzati negli Affari dell’Unione europea, in corso a Vienna che, il primo luglio scorso, ha assunto la presidenza del Consiglio dell’Unione europea. Io mi trovo qui in qualità di presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera.

Nel mio intervento, davanti a oltre 100 delegati di tutti i Parlamenti europei, ho auspicato che l’Unione europea possa modificare l’approccio in tema di politiche migratorie, per passare a un sistema di responsabilità totalmente condivise e all’equa suddivisione dei compiti: insomma, una gestione europea. Per questo, ribadendo l’impegno del nostro governo, abbiamo accolto con speranza e ottimismo le conclusioni dell’ultimo Consiglio Europeo in cui si afferma che, per quanto riguarda la rotta del Mediterraneo centrale, l’Ue resterà al fianco dell’Italia, dato che sino ad oggi è mancato un giusto supporto. Proprio in virtù di quelle conclusioni ho molto apprezzato il fatto di ritrovare la questione migratoria tra le priorità della presidenza austriaca. Sul tema infatti bisogna fare di più e meglio collettivamente.

Penso sia necessario superare il sistema di Dublino per definirne uno basato sull’equa ripartizione delle responsabilità e che cancelli il criterio del Paese di primo arrivo. Se è vero che sono stato compiuti dei passi avanti nel definire gli obiettivi per la trasformazione socioeconomica dell’Africa da sostenere e favorire attraverso uno stretto e solido partenariato, non possiamo nascondere la nostra forte preoccupazione per azioni unilaterali e, in alcuni casi non proporzionate, che da anni incrinano l’essenza del sistema di Schengen.

Vorremmo anche intensificare gli accordi con i Paesi terzi al fine di prevenire e gestire i flussi e riteniamo necessaria la creazione di ‘Centri di protezione internazionale nei Paesi di transito’, in coordinamento con UNHCR e OIM. Al contempo è necessario rafforzare le frontiere esterne, anche assumendo iniziative più stringenti per contrastare i trafficanti di esseri umani, anche attraverso accordi con Paesi nordafricani e mediorientali. L’Ue, inoltre, dovrebbe assumersi una responsabilità comune per i salvati in mare, senza che essa ricada esclusivamente sui Paesi di primo arrivo. Occorre poi superare il concetto di ‘attraversamento illegale’ per le persone soccorse in acque internazionali e portate a riva in adempimento di obblighi di diritto internazionale e nazionale”.

L’Unione nasce per costruire un Continente pacifico e solidale. La solidarietà non può che essere quella di tutti e deve fondarsi su un sistema equamente condiviso di compiti. Solo così saremo in grado di fornire accoglienza, ma soprattutto di integrazione che, ricordiamolo, migliora la condizione di tutti noi.