La storica vittoria di Imola

fonte: Il Messaggero

Imola roccaforte del Pd crolla ai piedi dei grillini. Nella città romagnola, ma in provincia di Bologna, di oltre 70mila abitanti i voti del centrodestra sono passati praticamente in blocco al Movimento 5 Stelle che ha inoltre intercettato altri consensi proprio del centrosinistra. E questo nonostante un calo dell’affluenza (52% rispetto al 57% del primo turno) inferiore alla media nazionale, ma ugualmente significativa.

La candidata del centrosinistra Carmen Cappello (che al primo turno aveva preso il 42%) è avanzata così di pochi punti percentuali perdendo qualche centinaio di voti in termini assoluti, mentre Manuela Sangiorgi (M5S) partiva dal 29,3% ed ha raggiunto il 55,4% pur senza l’apparentamento con la Lega, mossa che si è rivelata determinante, dettata anche dall’esperienza che la Sangiori aveva maturato in cinque anni di apposizione al Pd in consiglio comunale.

Un risultato clamoroso: mai in 73 anni, dal Pci al Pd, si era registrata la necessità di un ballottaggio per eleggere il sindaco della sinistra e poi centrosinistra. E mai una donna si era affacciata con la fascia dal palazzo municipale di piazza Matteotti.

Decisivi sono stati i voti del centrodestra che due settimane fa si era fermato al 23,1%. La sconfitta di Imola è particolarmente simbolica per il centrosinistra dell’Emilia-Romagna perché la città è sempre stata considerata un feudo inespugnabile, sia per il fortissimo radicamento del partito, sia per la presenza di moltissime grandi cooperative che per anni sono state una forma di finanziamento e di creazione di consenso per il centrosinistra.

La sconfitta era nell’aria fin da prima delle politiche anche per lo scontento legato a temi come la sanità e la discarica, simbolo di una subalternità al Pd bolognese sempre meno accettata: basti pensare che numerosi esponenti del Pd hanno preferito farsi da parte e non tentare la successione a Daniele Manca, sindaco per dieci anni, appena eletto al Senato. Alla fine la scelta è caduta su Carmen Cappello, esponente della società civile. Per il Pd dell’Emilia-Romagna è un campanello d’allarme molto preoccupante in vista delle regionali dell’anno prossimo.