Coraggio, ce la possiamo fare!

di Alessandro Di Battista

Mio figlio dorme e ride. Di giorno dorme troppo purtroppo, il jet lag l’ha colpito e, più o meno come le sue prime tre settimane di vita, ha scambiato il giorno con la notte. Lo portiamo per le strade di San Francisco legato addosso a noi e lui osserva, poi si addormenta, poi sgrana gli occhi e si lascia conquistare da panorami, suoni e odori sconosciuti. Ha soltanto 8 mesi ma ha già visto l’oceano. Sta girando il mondo dopo aver girato l’Italia intera a bordo di quel camper che, in fin dei conti, ha dato il suo contributo a tutto quel che sta succedendo.

Il Movimento 5 Stelle è al governo del Paese. Qualunque sia il vostro pensiero è una cosa enorme. Un movimento nato grazie alla follia di un comico e di un imprenditore che detestava le ingiustizie che, senza controllare giornali o TV, senza avere una sede e rifiutando 42 milioni di euro di rimborsi elettorali arriva, in poco tempo, al governo del Paese. Io ho fatto la mia parte e ne sono orgoglioso.

E’ vero, domani giorno del giuramento (qui a San Francisco sono le 23.30 di giovedì 31), ci sarei potuto essere anche io assieme ai miei compagni, ma ho scelto altro per la mia vita. Ho scelto il viaggio, la strada, la scrittura, lo studio, la lettura e soprattutto l’assoluta libertà. Se c’è una cosa che auguro con tutto il cuore a mio figlio è essere libero. Quando sarà più grande cercherò di spiegargli l’importanza della libertà, dell’indipendenza, di seguire i propri sogni. Ma saranno parole, soltanto parole. I figli non fanno quasi mai quel che i genitori dicono, i figli fanno quel che i genitori fanno. Ebbene per poter crescere un ragazzo libero devo essere per forza libero io.

E’ strano non essere lì, non ve lo nego.
Tuttavia, al di là di una sana nostalgia, sento di essere nel posto in cui voglio stare. Il mondo è grande e la vita è una ed io voglio scoprire tutto il pianeta, capirne le opportunità e le contraddizioni. Oggi, mentre si formava il governo ho visitato il Tenderloin, un quartiere complicato di San Francisco. E’ incredibile quanto l’opulenza e la miseria siano così vicine ma ve lo racconterò meglio nei prossimi giorni. Non sempre i diritti civili vanno a braccetto con quelli economici e sociali. Credo nei diritti civili ma, per lo meno in Italia, oggi è tempo di tornare ad occuparci dello stato sociale.

Tuttavia ritengo che le diseguaglianze che colpiscono i cittadini non potranno mai essere risolte senza prima aver rimesso al centro del dibattito pubblico il tema della legalità. L’Italia sta morendo di illegalità.

Mio figlio ha otto mesi, ancora non cammina né gattona, ma si vede che ha voglia di mettersi in piedi. Tra qualche mese muoverà i primi passi. Ebbene mi auguro che quando ciò accadrà il “governo del cambiamento” avrà già approvato un pacchetto anti-corruzione estremamente duro.

Sono in viaggio con la mia famiglia, non potrei chiedere di più. Anzi qualcosa di meglio potrebbe esserci: tornare in un Paese più giusto, più civile, un Paese normale. Coraggio, ce la possiamo fare.

P.S. Voglio ringraziare Luigi Di Maio, ci ha sempre creduto quando non ci credeva praticamente nessuno.