Manifesto per la cittadinanza digitale

 

di Associazione Rousseau

L’Associazione Rousseau sottoscrive il Manifesto per la Cittadinanza Digitale che è stato già sottoscritto da docenti, ricercatori e centri di ricerca di diversi Paesi. Parte dell’attività dell’Associazione sarà dedicata proprio alla riflessione su questi temi e alla lotta” per il riconoscimento dei diritti del cittadino digitale in tutto il mondo. Il testo del manifesto è diviso in quattro parti ed ha come obiettivo presentare un campo di ricerca, di studi e di riflessione sui cambiamenti apportati dal web e dalle reti digitali alla partecipazione, ai processi decisionali e alla politica in generale. La prima parte del documento, “Dalla società alle reti connettive“, presenta il passaggio dalle forme di contrattualità sociali, riservate ai soli cittadini, a quelle estese alla biodiversità e a tutte le entità non umane che, attraverso processi di sensorizzazione hanno “preso la parola” iniziando ad influenzare il nostro agire e le nostre decisioni. Fanno parte di queste diverse entità anche gli algoritmi, i dispositivi di connessione, i big data, e tutte le forme di intelligenza non umana e che contribuiscono alla definizione di quello che siamo. La seconda parte del documento, “Dai parlamenti alle piattaforme digitali“, fa riferimento alle nuove modalità di interazione e connessione in rete che descrivono il passaggio dalle forme rappresentative dei processi decisionali a quelle dirette delle piattaforme digitali. Queste ultime, non solo offrono strumenti per la partecipazione diretta dei cittadini attraverso il dibattito, l’attivismo e le votazioni online, ma permettono anche la creazione di ecologie dell’interazione capaci di connettere l’intelligenza umana a quella dei dati, delle biodiversità e della robotica, creando una iper-intelligenza interattiva. La terza parte del manifesto, “Dal soggetto politico alla persona digitale“, promuove la sostituzione dell’idea di persona come “animale politico“, propria della tradizione filosofica occidentale, con quella di infoviduo, composta dall’insieme indissociabile della persona fisica e di quella digitale. Questa nuova dimensione plurale della persona interagisce e partecipa alla vita pubblica attraverso la costruzione di reti ed ecologie di dati, le cui dinamiche devono seguire logiche di trasparenza mutua. Infine, la quarta ed ultima parte del documento, è dedicata alla necessità di “Educare alla cittadinanza digitale“, intesa come un dovere per la nostra società e per tutte le istituzioni formative pubbliche e private. L’obiettivo è la costruzione di reti più intelligenti, capaci di creare e diffondere soluzioni concrete alle problematiche sociali, inaugurando una nuovo orizzonte della partecipazione, dell’abitare e della gestione del comune. I primi firmatari del documento sono: Prof. Massimo Di Felice, Universidade de São Paulo USP – Brasile; Prof. Mario Pireddu, Università degli Studi della Tuscia – Italia; Prof. Derrick De Kerckhove, University of Toronto – Canada; Prof. Jose Bragança de Miranda, Universidade Nova de Lisbona – Portogallo; Prof. J. Alberto Sanchez Martinez, Universidad Autónoma Metropolitana UAM – Messico

MANIFESTO PER LA CITTADINANZA DIGITALE

La nostra epoca è caratterizzata da una importante trasformazione che indica il passaggio da forme soggettive e umanistiche di interazione e cittadinanza a forme digitali, algoritmiche e info-ecologiche di partecipazione e dell’abitare. È necessario cambiare la nostra concezione del sociale e preparaci ad abitare le info-ecologie e le reti del mondo che viene.

I. Dalla società alle reti connettive

Il sociale non è più composto da soli umani. Algoritmi, database, intelligenze artificiali, le foreste, le emissioni di Co2, il clima – attraverso architetture di interazioni in rete – hanno preso la parola, partecipano ed influenzano il nostro agire.
Reti di dati e architetture di connessioni (Internet of Things, Big data etc) hanno sviluppato forme di intelligenza distribuite che connettono entità diverse e mettono in rete ogni tipo di superficie.
Connessi a reti e a database estendiamo la nostra pelle e le nostre menti all’intero pianeta divenendo cittadini di galassie di bit.
Non abitiamo più soltanto paesi, città o nazioni ma, attraverso le diverse modalità di connessione, l’intera biosfera.
Le forme digitali della cittadinanza potranno prescindere da quelle degli stati nazionali e proporre forme nuove di appartenenza, a-topiche e non più necessariamente legate ad un luogo fisico o a singole nazioni.

II. Dai parlamenti alle piattaforme digitali

All’interno delle ecologie transorganiche, agire da soli è impossibile. Le scelte sono il risultato di interazioni complesse e di scambio di dati e informazioni tra entità di diversa natura.
È necessario superare l’idea illuminista di cittadinanza e passare ad un nuovo tipo di contrattualità, non più soltanto sociale e limitata ai soli umani ma estesa alle tecnologie intelligenti, alle biodiversità, al clima e a tutto ciò che interagisce attraverso le reti digitali e i flussi di dati.
La connessione a banche di dati e a reti intelligenti ci offre la possibilità di accedere e di connetterci a forme di intelligenza non umane. Le piattaforme digitali di interazione permettono la connessione fertile tra l’intelligenza umana e quelle dei dati, del clima, delle biodiversità, ampliando qualitativamente la nostra condizione cognitiva ed estendendo la responsabilità degli umani a livello planetario.
Alla forma occidentale di democrazia, basata sulla delega tra individui e organizzata in parlamenti composti da soli umani, si affiancano le piattaforme e le reti intelligenti che estendono in maniera connettiva e collaborativa le potenzialità del nostro agire attraverso l’accesso ai dati e la partecipazione in rete.
Se la democrazia politica ha limitato la partecipazione dei cittadini alla scelta di un loro rappresentante ogni quattro o cinque anni, la cittadinanza digitale può trasformare la partecipazione e l’azione in un processo condiviso, basato sullo scambio continuo di informazioni e su interazioni complesse tra umani e non umani.

III. Dal soggetto politico alla persona digitale

La cittadinanza digitale promuove la sostituzione del soggetto politico aristotelico (zôon politikòn) con l’infoviduo: rete intelligente complessa, né soggetto né oggetto ma forma connettiva, aperta e mutante.
L’infoviduo è l’insieme indissociabile della persona fisica e di quella digitale, la prima organica e la seconda composta dall’insieme dei dati online e dei profili digitali.
Gli infovidui interagiscono tra loro attraverso la connessione a dispositivi, piattaforme e architetture digitali di interazione che estendono la partecipazione dagli spazi fisici ai bit.
L’infoviduo è portatore, oltre che di una coscienza individuale, anche di un inconscio digitale, formato dall’accumulo dei dati disponibili in rete, accessibili e potenzialmente controllabili.
La dimensione della negoziazione tra l’accesso e la protezione di dati e diritti dovrà seguire logiche di trasparenza. Una dichiarazione dei diritti e delle responsabilità dell’infoviduo dovrà includere il potere di controllo sui propri dati e sul loro uso, cosi come il libero accesso ai dati delle istituzioni pubbliche (open data).

IV. Educare alla cittadinanza digitale

La conoscenza sta diventando inseparabile dalla rete e impensabile senza la rete che la consente. È indispensabile promuovere la piena conoscenza dei regolamenti, dei diritti, dei privilegi e degli obblighi che esistono nelle interazioni in rete.
Le logiche algoritmiche permettono l’accesso ai dati e alle connessioni tra dati individuando relazioni e correlazioni. È quindi necessario che gli spazi di partecipazione online siano protetti e affidabili, e che le reti siano abitate in modo più consapevole.
Occorre costruire software, algoritmi e regole in grado di garantire il rispetto dei diritti di tutti e una partecipazione concreta e attiva ai processi decisionali e di governance.
Educare alla cittadinanza digitale è ormai un dovere per la nostra società e per tutte le istituzioni formative pubbliche e private. Significa educare alla partecipazione responsabile, alla interazione consapevole e alla costruzione delle competenze di tutti in un mondo sempre più connesso. Il nostro compito è quindi quello di imparare a costruire reti migliori e più intelligenti.
È necessario lavorare per la costituzione di una magna carta mondiale capace di orientare le interazioni tra umani e non umani verso un futuro che privilegi la collegialità e la sostenibilità.