Barilla rifiuta il glifosato, anche se i partiti ne hanno votato il rinnovo

di Piernicola Pedicini, EFDD – M5S Europa

I consumatori sono sempre più consapevoli, vogliono garanzie di sicurezza alimentare e si informano sulla possibile cancerogenicità del glifosato, il pesticida prodotto da una delle più grandi e potenti multinazionali al mondo, la Monsanto. Questo erbicida è vietato in Italia nella produzione di grano duro in pre-raccolto, cosa che non avviene in Canada, dove il grano viene irrorato di pesticidi, prima del raccolto, per favorirne la maturazione a prezzi estremamente competitivi. Anche se la decisione dell’UE – appoggiata da Forza Italia, Lega e PD – è stata di autorizzare per altri 5 anni l’uso del glifosato, qualche settimana fa è arrivata una decisione storica per i consumatori. Barilla (ovvero il più grande produttore di pasta al mondo) ha scelto di non utilizzare grano proveniente dal Canada per i suoi prodotti. Il motivo? La crescente preoccupazione che in questo prezioso ingrediente ci siano tracce di glifosato. Questa è una grande vittoria, un successo che potremmo definire storico: costringere l’industria della pasta italiana a rifornirsi di grano pulito.

Una decisione che legittima la battaglia che stiamo portando avanti a tutti i livelli, sia al Parlamento europeo, ora nella commissione speciale sui pesticidi, sia sul territorio. Noi vogliamo bloccare questa sostanza senza alcun compromesso al ribasso, perché abbiamo a cuore la salute e gli interessi dei cittadini italiani ed europei prima dei portafogli delle multinazionali.

In una situazione in cui un pacco di pasta su sette prodotto in Italia è fatto con grano canadese, Barilla ha fatto la sua mossa mentre il Canada continua a ritenere eccessivi i limiti sul pesticida in vigore in Italia. Non tenendo quindi in considerazione gli studi dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, la quale ha inserito l’erbicida nella lista delle sostanze probabili cause di tumori nelle persone. Barilla, quindi, su pressione dell’opinione pubblica, non ha firmato contratti con fornitori di grano canadesi ed ha tagliato del 35% le importazioni dal Canada di grano duro.

Negli ultimi dieci anni più della metà delle aziende che producevano grano duro sono sparite nel Sud Italia. La decisione della Barilla, oltre a tutelare la salute dei cittadini, ha il notevole valore aggiunto di sostenere l’economia italiana, come noi abbiamo sempre ripetuto in questi anni. Infatti, secondo Coldiretti, si tratta di un cambiamento che ha portato alla crescita di marchi che garantiscono l’origine 100% italiana del grano utilizzato e al ritorno dei grani nazionali antichi. Speriamo che si continui a seguire questa scia positiva.