Agcom adesso sanzioni Palazzo Chigi

di Roberto Fico

L’uso che i partiti fanno delle istituzioni è completamente distorto. Un esempio è quello delle cosiddette authority, organismi che dovrebbero essere indipendenti ma che molto spesso perseguono obiettivi politici. L’ultima in ordine di tempo è l’Agcom, che è un organo di garanzia a corrente alternata. Oggi ha deciso di sanzionare l’amministrazione di Roma Capitale per aver pubblicato sul proprio sito istituzionale delle foto con delle dichiarazioni della sindaca Virginia Raggi e dell’assessore Daniele Frongia su tre eventi organizzati dal Comune: la mostra dei Pink Floyd, il 6 Nazioni di rugby e il Giro d’Italia. Non entro del merito di questa sanzione, che chi legge può commentare da sé, ma vorrei ricordare quello che in questi anni l’Agcom ha fatto rispetto a questo tema.

Sulla questione della comunicazione istituzionale in par condicio l’Agcom, dal dicembre 2016, ha perso qualsiasi credibilità. Non dimenticherò mai la vergogna della (non) decisione dell’Autorità rispetto alle lettere che Renzi, in qualità di presidente del Consiglio, inviò agli italiani all’estero per convincerli a votare Sì al referendum. Fu una violazione palese e smaccata proprio alla luce della stessa giurisprudenza dell’Agcom sul punto. Cosa fece l’Autorità? Pavidamente, pur di non attaccare il premier in un momento delicatissimo della vita del Paese, prima iniziò a rinviare le sedute; poi alla fine, costretta a decidere, archiviò l’esposto dicendo che Renzi non aveva usato il logo di Palazzo Chigi e quindi non era responsabile della violazione. Peccato che nella lettera avesse scritto chiaro e tondo “in questi due anni e mezzo di Governo ho visitato”. Altro che Pink Floyd e partite di rugby. Una vergogna senza precedenti, una vera e propria macchia nella storia recente dell’Agcom.

Ma c’è di più. Basta guardare in questi giorni il sito di Palazzo Chigi e gli account istituzionali del Governo per constatare che le stesse violazioni di legge sono commesse da Paolo Gentiloni. Allora facciamo un invito all’Autorità garante: sanzioni Palazzo Chigi e vigili sul pluralismo, magari pubblicando i dati del monitoraggio radiotelevisivo del mese di dicembre – che sono chiusi non si capisce perché in un cassetto – oppure modificando la decisione di pochi giorni fa per cui la coalizione di centrodestra, anziché valere uno, vale quattro, tante quante sono le liste che la compongono. Una decisione assurda che sta avvantaggiando la coalizione di Berlusconi in tutti i telegiornali.

Ricordo ancora una volta che quando andremo al governo spezzeremo finalmente non solo il legame fra partiti e Rai, ma anche fra partiti e Agcom, che non sarà più il luogo dove proseguire le carriere politiche, ma un organo composto da persone di massima competenza e totalmente estranee al circuito dei partiti.