Jobs act, la credibilità del centrodestra è zero

di MoVimento 5 Stelle

Ancora una presa in giro agli italiani. Ora Berlusconi dice di voler abolire il Jobs act e se la prende con la precarietà imposta dalle riforme del Pd. Ancora una volta, la sua credibilità sta a zero.

Nessuno ha dimenticato la famigerata riforma del 2003, con il governo del centrodestra e Roberto Maroni ministro del Lavoro e del Welfare. Per farcela digerire hanno dato alla legge il nome del giuslavorista ucciso dalla Brigate Rosse, la “legge Biagi” appunto, dimenticando però le sue prescrizioni sulla necessità di norme per tutele, ammortizzatori, estensione del sussidio di disoccupazione e di politiche attive per i lavoratori. C’era una ragione: servivano a compensare la sempre maggiore flessibilità delle forme contrattuali.

Le protezioni, però, Berlusconi e Maroni non si sognarono mai di inserirle. E la flexsecurity rimase precariato spinto. Così la famigerata “legge 30” ha tradito l’eredità del pensiero di Biagi e ha dato vita a una miriade di nuovi tipi di precari che hanno segnato almeno una generazione. Accanto ai Co.co.co, sono nati con Berlusconi e Maroni i co.co.pro., il job sharing, il contratto intermittente, il lavoro interinale, accessorio e occasionale, la somministrazione.

E’ stato Berlusconi e il suo governo a lanciare la precarizzazione spinta nel mondo del lavoro, il Jobs act è solo la sua naturale prosecuzione.