L’Europa dell’austerità non funziona

di Carlo Sibilia

Il rapporto sulla finanza locale del settembre 2017 di Cassa depositi e prestiti (Cdp) è una bocciatura definitiva per l’Europa dell’austerità.

L’applicazione ottusa del Patto di Stabilità agli enti locali, infatti, più che contenere gli sprechi ha finito con l’impedire alle amministrazioni virtuose di realizzare quegli investimenti necessari a fornire una migliore qualità dei servizi al cittadino. Nello studio si legge che “gli investimenti pubblici – in particolare quelli degli Enti Locali – sono essenziali per dare un nuovo impulso alla ripresa. Una maggiore flessibilità di bilancio sarebbe dunque auspicabile.” La Cdp ci dice chiaramente che “se fosse stato permesso agli enti locali di spendere il surplus primario accumulato in nuovi investimenti, il rapporto debito/Pil si sarebbe potuto ridurre di circa 4 punti percentuali al 2016”.

Invece gli ultimi governi hanno usato gli enti locali per ripianare il debito obbligandoli ad una contribuzione del 27,5% ai fini del raggiungimento del saldo primario nazionale anche se questi stessi enti rappresentano solo il 4% del debito pubblico complessivo. Come dire: “Comuni stringete la cinghia… mentre Palazzo Chigi ingrassa”.

Dare respiro agli enti locali è diventata una necessità primaria per il Paese. Ecco perché abbiamo pensato ad una misura per “agevolare l’economia locale, il senso di comunità, il supporto alle famiglie e lo sviluppo della solidarietà reciproca”.

In termini tecnici, vogliamo dare agli enti locali “la facoltà di integrare nei propri bilanci abbuoni passivi e attivi rappresentati da buoni locali emessi da associazioni senza scopo di lucro anche tramite l’utilizzo della tecnologia blockchain. L’accettazione da parte dell’ente locale potrà avvenire per una percentuale da definire ogni anno per tasse, tariffe e tributi locali, di servizi a domanda individuale, di canoni per utilizzazione del patrimonio comunale e di ogni altro servizio a pagamento che il Comune potrà definire all’interno della propria autonomia gestionale e finanziaria. Gli enti locali potranno utilizzare i buoni in loro possesso per ogni attività che riterranno idonea”.

Tradotto: associazioni senza scopo di lucro possono emettere una moneta parallela (sotto forma di buoni) che faciliti gli scambi locali e i consumi. Una moneta il cui valore è garantito dal fatto che può essere scontata da cittadini e imprese al momento del pagamento di tasse, tributi, imposte locali o altri pagamenti che il Comune specificherà tramite apposito regolamento, il quale deve essere sottoposto anche alla Corte dei Conti per tutelare l’equilibrio di bilancio dell’ente stesso.

La scommessa virtuosa consiste nel fatto che la “moneta parallela”, ampliando gli scambi, produrrà maggiori possibilità e nuova occupazione garantendo all’ente locale maggiori entrate rispetto allo scenario precedente.

La nostra proposta può essere votata da subito perché verrà proposta come emendamento alla legge di bilancio in discussione alla Camera. Resta disponibile sul portale Rousseau LEX parlamento dove potete fornire tutte i vostri suggerimenti, come sempre.

L’ulteriore novità è che, con la nostra proposta, per la prima volta si prevede l’utilizzo di una tecnologia emergente dalle mille applicazioni: la blockchain.

Blockchain è un nuovo paradigma destinato a rivoluzionare profondamente il sistema economico e non solo, modificando alla base i concetti di transazione, proprietà e fiducia. Qualcuno la definisce come un registro transnazionale sicuro, condiviso da tutte le parti che operano all’interno di una data rete distribuita di computer. Registra e archivia tutte le transazioni che avvengono all’interno della rete con lo scopo di eliminare di fatto la necessità di terze parti “fidate”. Si tratta di un “server distribuito”, dove ogni snodo di rete ha un ruolo nella verifica delle informazioni, inviandole al successivo in una catena composta da blocchi, da cui il termine ‘blockchain’ che letteralmente significa ‘catena di blocchi’. La blockchain è un nuovo modo di interpretare il grande tema della decentralizzazione e della partecipazione, della sicurezza e dell’immutabilità del dato. Una nuova Internet, la cosiddetta Internet del Valore.

Utilizzare questa tecnologia in questo caso significherebbe avere un controllo di trasparenza già all’atto di emissione dei buoni locali cancellando il tema della potenziale falsificazione, facilitando (o addirittura sostituendo) il lavoro di enti terzi preposti al controllo. Così la politica riduce la sua influenza non essendo più proprietaria in esclusiva del database, delle informazioni, che vengono invece condivise con tutti. Si limitano cioè potenziali occasioni di manipolazione e corruzione.

Del resto già altri paesi europei, uno su tutti l’Estonia, stanno attingendo a piene mani dalla blockchain ottenendo risultati strabilianti. L’Italia a 5 stelle non deve restare indietro, sarà un’Italia di opportunità.