Il futuro dell’Italia con il MoVimento 5 Stelle al governo

di MoVimento 5 Stelle

Preparate i maglioni, prendete le coperte più pesanti che avete, iniziate a equipaggiarvi. L’inverno sta arrivando. Ma non è una fiction. È la realtà, così come arriverà nel 2050, dopo che il MoVimento Stelle avrà governato.

Lo dicono i giornali, titolando l’apocalisse, lo paventano nei convegni e sui libri cosiddetti esperti del settore. L’Italia tornerà nel Medioevo, sostengono. Sordi agli appelli dei leader internazionali, ciechi o ignoranti rispetto agli studi pubblicati sulle più autorevoli riviste scientifiche, ma anche distratti rispetto a – ad esempio – la decisione annunciata dalla Banca mondiale appena ieri di interrompere gli investimenti nell’estrazione e ricerca di petrolio a partire dal 2019.

Anche la Banca mondiale vuole riportare il mondo all’età della pietra?
Viene contestato al programma energia del MoVimento 5 Stelle la programmatica fuoriuscita dalle fossili, petrolio e anche gas. Ma nel documento, che contiene più di cento pagine, è tutto spiegato: i pilatri del programma sono la necessaria penetrazione elettrica insieme alla riduzione dei consumi. Ma non significa affatto che moriremo di freddo: sono anni che il consumo di gas sta calando e nel nostre infrastrutture attuali sono già in grado di reggere incrementi di domanda sena problemi.
Quindi no, il Tap non serve. È inutile. È dannoso.

Inoltre ci renderebbe dipendente da un asset geopolitico decisamente poco sicuro. E ricordiamo anche che già oggi abbiamo gasdotti di importazione importanti come quello di passo Greis verso il Mare del Nord, utilizzati al 12% della loro capacità.

Il costo di produzione da rinnovabili è già in grado di reggere il confronto con le fossili, senza inquinare per combustione come in pianura padana, ad esempio.
Fa così tanto paura immaginare un Paese che non debba più pagare il costo sanitario dello smog, che non debba più sacrificare la salute all’economia miope? E l’importanza delle tecnologie elettriche più efficienti sono finite anche nella Sen, la Strategia energetica nazionale. Quella scritta dal governo, per intenderci.

Il nostro è un piano organico, che contempla e prende in considerazione l’edilizia, l’efficientamento, la curva dei consumi, la possibilità della riduzione degli stessi.
No, non stiamo dicendo che dovremmo stare al freddo per non consumare. Spiace dirlo a chi si professa esperto della materia: Si stima che gli interventi sull’involucro edilizio e sugli impianti permetterebbero una riduzione dei consumi di circa il 40%, con un risparmio di 73 milioni di euro.

Dal 1° gennaio 2019 scatterà l’obbligo per tutti gli edifici della PA di rispettare il nuovo standard energetico, che prevede consumi molto bassi e l’impiego di fonti rinnovabili. Altro che maglie di lana e coperte invernali: la rivoluzione energetica in molti Paesi di Europa è già iniziata. Proprio qualche mese fa lo Statens pensjonsfond utland, che a settembre scorso ha superato per la prima volta il valore di mille miliardi di dollari, ha annunciato la sua intenzione di disinvestire per una somma tra 35 e 37 miliardi di dollari da titoli di aziende attive nell’estrazione e vendita di petrolio e di gas. La Norvegia, principale produttore di petrolio dell’Europa occidentale, e il Nord Europa, hanno innescato la rivoluzione.
Con il MoVimento 5 Stelle, arriverà anche in Italia.