Il demanio italiano non si tocca. Una vittoria del MoVimento e degli italiani!

di MoVimento 5 Stelle

Il M5S è riuscito ad evitare la svendita all’estero dei gioielli di famiglia e delle ricchezze immobiliari del nostro Paese. Infatti abbiamo colto l’esecutivo con le mani nella marmellata e, anche grazie alla nostra denuncia, abbiano sventato il pericolo dell’approvazione del pacchetto di modifiche alla manovra presentate dal Governo, che prevedevano la possibilità di vendere agli Stati esteri gli immobili del demanio italiano, anche quelli dei Beni culturali e della Difesa, con riassegnazione dei proventi al ministero da cui sarebbe arrivato il via libera per la dismissione del bene.

In pratica, volevano farci fare la fine della Grecia e la cosa grave è che il Governo aveva proposto questo pacchetto di modifiche in sordina, sotto traccia, approfittando del silenzio di una domenica pre-natalizia. Li abbiamo beccati, abbiamo denunciato il tutto, e l’esecutivo è stato costretto a ripiegare tramite la presentazione di un subemendamento all’emendamento dello stesso governo. Questa nuova norma riduceva la vendita a uno stabile: subemendamento poi dichiarato a sua volta inammissibile dallo stesso esecutivo. Volevano svendere, infatti, al Qatar Palazzo Caprara, sede dello Stato maggiore della difesa fino a poche settimane fa.
Sono capaci di tutto e cercano non conoscono il senso del ridicolo. Beccati con le mani in pasta, hanno fatto marcia indietro e hanno bocciato la loro stessa indegna proposta. Cosa non si fa per fare cassa. A questi governi non è bastato svendere la nostra sovranità monetaria e il nostro sistema del credito, sacrificato sull’altare della grande concentrazione bancaria, adesso hanno provato pure a cedere persino i cespiti immobiliari.

Il Demanio, guidato dal solito renziano che risponde al nome di Roberto Reggi, aveva chinato la testa e aveva eseguito. Eppure parliamo di un patrimonio di 43mila fabbricati e terreni per un valore di 60 miliardi di euro, di cui l’84% (quasi 22mila beni e 51 miliardi di valore) in uso governativo, il 12% (quasi 6mila beni per un valore di 7 miliardi) di demanio storico e artistico e il 4% (2,1 miliardi) di patrimonio disponibile alla concessione.

Di fronte a un debito pubblico che sfiora i 2.300 miliardi, si sarebbe trattato, comunque, di cifre che avrebbero rappresentato una goccia nel mare. Ma governi che non hanno una visione, che non sanno usare in modo virtuoso le risorse pubbliche e che sono proni ai voleri dei grandi poteri internazionali, non possono che concepire svendite dal ridottissimo beneficio, pensate solo per racimolare qualche briciola con cui compensare bonus e mancette elettorali. Per fortuna, grazie alla nostra vigilanza in Parlamento, abbiamo evitato questa svendita del nostro patrimonio. Ma a marzo, quando finalmente ci faranno tornare a votare, avremo un motivo in più per mandarli a casa.