Difendiamo gli agricoltori dai trattati commerciali suicidi

 

di Tiziana Beghin, Efdd – MoVimento 5 Stelle Europa

Il commercio non deve essere uno strumento per far arricchire qualche multinazionale che sfrutta i lavoratori, ma deve essere uno strumento di prosperità, uguaglianza e progresso sociale per tutti. Ho partecipato all’Agriculture and Food summit 2017 organizzato da Politico a Parigi. Il MoVimento 5 Stelle era l’unica forza politica italiana invitata. Al summit mi sono confrontata con le massime autorità europee dell’agricoltura, ministri, imprenditori, accademici e politici.

La mia posizione è stata chiara: ho espresso le preoccupazioni degli agricoltori italiani preoccupati da liberalizzazioni e rimozioni di dazi e barriere non tariffarie a seguito di accordi di libero scambio, ma anche dalla competizione di paesi stranieri e di Paesi UE dove le dimensioni delle imprese agricole sono maggiori e quindi anche le economie di scala.

Nel mio intervento ho evidenziato i paradossi della situazione attuale dell’agricoltura dove, ad esempio, si vuole diminuire la produzione di pomodori in Italia, ma nel contempo il fabbisogno di materia prima ci porta ad importarne sempre maggiori quantità dalla Cina. Ho messo in guardia sui rischi di un accordo di libero scambio con i Paesi del Mercosur (America del Sud) che presentano enormi differenze di prezzo e di capacità di competizione. Purtroppo l’agricoltura è sempre la moneta di scambio nei trattati per ottenere qualcos’altro. Inoltre molti di questi accordi servono l’interesse di una minoranza di operatori, perché la maggioranza ha piccola dimensione e preferisce il mercato comunitario a quello esterno, anche se è necessario aiutare le nostre PMI ad espandersi in mercati stranieri e a non considerare come export quello che è venduto nel mercato interno europeo.

Per noi è prioritario intervenire sui problemi relativi ai finti prodotti italiani e all’impatto della politica commerciale europea su alcuni prodotti italiani come arance, olive e riso. Abbiamo scritto noi al Parlamento europeo le regole della strategia commerciale europea. Finalmente in Europa c’è qualcuno che lotta davvero per il bene dell’Italia e delle sue eccellenze.