Bilancio UE 2018, l’Europa sprecona non riconosce i suoi fallimenti

di MoVimento 5 Stelle Europa

Il voto sull’accordo di bilancio per il 2018 ha mostrato ancora una volta una spaccatura all’interno del Parlamento europeo. Una divisione che rivela chiaramente come le debolezze del sistema stiano mettendo in discussione la struttura che finora ha retto le decisioni sul bilancio dell’UE. Il livello degli stanziamenti d’impegno è stato fissato a 160113,5 milioni di Euro, mentre quello degli stanziamenti di pagamento è pari a 144681 milioni. Abbiamo deciso di votare contro questo bilancio composto ancora una volta da inaccettabili sprechi amministrativi, come se per questi palazzi non ci fosse mai austerità. Nonostante la propaganda dei partiti e della Commissione europea, il bilancio non riesce ad aiutare davvero il nostro Paese ad uscire da una crisi strutturale causata da una ricetta di governance sbagliata: parliamo delle famose riforme volte alla svalutazione di salari e pensioni, privatizzazioni e austerità fine a se stessa. La domanda, l’inflazione e l’occupazione rimangono drammaticamente basse soprattutto nella periferia dell’Eurozona.

IL FALLIMENTO DEL PIANO JUNCKER
Bisognerebbe che, oltre alle politiche monetarie espansive, che stanno inflazionando principalmente gli indici finanziari, ci fosse anche uno stimolo pubblico per permettere agli investimenti e alla domanda e quindi all’occupazione di ripartire seriamente. Il Fondo europeo per gli investimenti strategici (noto con l’acronimo inglese EFSI), il fiore all’occhiello di Junker, che per Bruxelles dovrebbe essere la soluzione a tutti i mali, sta in realtà finanziando molti progetti non solo dal dubbio valore aggiunto, ma spesso insostenibili dal punto di vista ambientale e sociale, come autostrade, petrolio e gas. Progetti spesso controversi ed in settori già finanziati dalla BEI con i programmi standard esistenti. La verità è che questo strumento crea ben poco nuovo valore aggiunto ed è semplicemente usato dalla Commissione Europea per giustificare la politica fallimentare incentrata solamente su rigore ed investimenti privati, allontanando la revisione dei vincoli d’austerità.

IL CAPITOLO SU GARANZIA GIOVANI
Come già detto non sono stati identificati risparmi sostanziali nelle spese amministrative e tutti i nostri emendamenti di taglio a costi e privilegi medioevali sono stati rigettati. Al contrario, sull’occupazione, per “Garanzia giovani” abbiamo proposto un aumento: nonostante i partiti in Italia non siano stati in grado di usare e gestire efficacemente questi fondi, con problemi vergognosi di ritardo dell’organizzazione e ritardi di pagamenti ai giovani (283mila) che han svolto tirocini. Queste risorse ci servono, come ci serve eliminare lo spreco amministrativo che paralizza il nostro Paese.

TERREMOTO E CATASTROFI, BASTA MANCE DALL’UE
Sul terremoto, inoltre, l’UE concede mance alle catastrofi. Siamo favorevoli al contributo versato da fondo di solidarietà, ma da contributori netti al bilancio, quanto è stato concesso è troppo poco rispetto al danno diretto di 21,8 miliardi di Euro stimato. Per non parlare di quello indiretto. Anche qui il bilancio europeo da solo ha fallito, ora serve una seria revisione delle regole europee, dobbiamo poter investire in prevenzione oltre che ricostruire le zone colpite da sismi e alluvioni. Il Giappone ha ricostruito tutto dopo lo tsunami di Fukushima e senza chiedere il permesso alla Merkel. Noi vogliamo morire di rigore?

L’intervento del portavoce Marco Valli in seduta plenaria: