Se avessimo nazionalizzato MPS quando lo chiedeva il MoVimento 5 Stelle…

di Carlo Sibilia

E’ proprio il caso di dirlo: in Italia se non hai un’imputazione coatta, un rinvio a giudizio o un avviso di garanzia non vai da nessuna parte. Il messaggio del Ministero dell’Economia e Finanze è chiaro. Ieri nella lista che il MEF ha presentato al cda MPS con i dirigenti da riconfermare c’è anche Paolo Salvatori, componente del collegio sindacale.

Ieri confermato dal Ministero e oggi in udienza al tribunale di Milano per discutere della sua imputazione coatta per falso in bilancio e manipolazione del mercato. In quale caso? Ma proprio nel caso MPS! Che domande. Eppure è strano che il povero Salvatori sia stato l’unico a non fare carriera attraverso questa vicenda giudiziaria. Uno dei crac bancari più pesanti e documentati mai accaduti nella storia d’Italia. Dove sono stati bruciati più di 8 miliardi di soldi pubblici.

Pensate che Profumo, colpito anche lui dal provvedimento di imputazione coatta, oggi è amministratore delegato di Leonardo (ex Finmeccanica) e Viola, che versa nelle medesime condizioni, gestisce la liquidazione coatta delle banche Venete. Insomma non capiamo veramente perchè Salvatori sia rimasto nella stessa situazione, nella stessa banca senza invece migliorare la sua carriera. Ovviamente siamo ironici. Proprio per queste nomine infatti abbiamo presentato una mozione di sfiducia al Ministro Padoan.

Si ride per non piangere…si sa. Soprattutto alla luce delle dichiarazioni rese oggi del Dott. Lavia, Direttore generale del Tesoro, in commissione d’inchiesta banche. Stesso dirigente che si è occupato della procedura sugli “Aiuti di Stato” a Monte dei Paschi. Pensate che ci ha riferito che le nomine in questione, tra cui anche quella di Paolo Salvatori, tengono già conto della nuova normativa che dovrà uscire, sempre secondo le dichiarazioni di Lavia, entro la fine dell’anno in attuazione dell’articolo 26 del TUB (“I soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo presso banche devono essere idonei allo svolgimento dell’incarico.“).

E’ come dire: “Cari italiani non abbiamo imparato alcuna lezione dall’aver bruciato 8 miliardi di soldi pubblici. Anche in futuro succederà tranquillamente che riconfermeremo in ruoli apicali dirigenti bancari sotto indagine per disastri fatti nella stessa banca o in altre aziende statali.“. Così come ci è stato confermato che non intendano intraprendere alcuna azione di responsabilità nei confronti di chi ha presentato bilanci “non conformi” all’assemblea. Quindi, secondo il governo, i banchieri che fanno disastri nelle banche di stato possono dormire sogni tranquilli.

Del resto già nell’assemblea del 2016 il MEF, che allora possedeva solo il 4,05% della banca, votò contro la medesima proposta fatta nell’assemblea della banca senese e corredata da 900 pagine di particolari. Oggi il delegato del Ministero ci spiega di aver ricevuto delle deleghe limitate e quindi non avrebbe potuto votare. Ma invece di astenersi o non votare, ha pensato bene di votare contro. Il mandato invece era chiaro in merito alla “relazione sulla remunerazione“. Il Ministero ha liquidato l’imputato coatto (all’epoca AD di MPS) Viola con 12,2 milioni di euro per il periodo che va dal 2012 al 2016. Nello stesso periodo l’amministratore restituiva agli azionisti 12 miliardi di perdite in bilancio. Quindi il messaggio del governo è chiaro ” Cari banchieri, per ogni miliardo di perdite prendete un milione di euro in più”. Sembra un paradosso? Una barzelletta? Ma è proprio ciò che è accaduto, documenti alla mano.

L’unica nota positiva della vicenda è che da oggi il governo non può più giocare al gatto col topo. Ormai ci siamo arrivati. Il MEF è diventato azionista di maggioranza di MPS con il 68%. La banca è NAZIONALIZZATA. Quando lo abbiamo proposto noi ci davano dei matti…ricordate? Peccato esserci arrivati con la forza. Con l’acqua alla gola e nel silenzio assoluto. Chissà ad averlo fatto dal 2014 come avevamo chiesto con la nostra proposta di legge se non staremmo raccontando una storia diversa.

Di una banca prospera invece che fallita. Chissà che invece dei 4800 esuberi e le 600 filiali chiuse non parleremmo invece di nuovi posti di lavoro. Il momento della verità si avvicina. L’assemblea del 18 dicembre 2017 si avvicina. Cosa farà il governo? Voterà o no l’azione di responsabilità nei confronti di chi ha partecipato attivamente nel disastro della banca? Qualcuno pagherà oppure è vero che nel nostro paese più danni fai e più vieni promosso ? Superfluo dire che siamo l’unico caso in Europa nel quale accade una cosa del genere.