Morte dei Paschi di Siena

di MoVimento 5 Stelle

David Rossi è solo primo di lunga catena suicidi. In due anni almeno altre otto persone si sono suicidate per operazioni attorno a Mps in giro per il mondo. Una lunga scia di sangue che si impasta con la melma di scandali finanziari consumatisi sulla pelle di tantissimi risparmiatori, scandali che hanno ripercussioni anche per il bilancio dello Stato e le tasche dei cittadini.

Il M5S chiede da anni la verità sulla morte di David Rossi, capo della comunicazione di Mps, volato dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo del 2013.

La pista del suicidio, troppo frettolosamente imboccata dagli inquirenti, non ci convince. Abbiamo contribuito a far riaprire l’inchiesta dopo una prima archiviazione e anche la seconda archivazione lascia troppe ombre, troppi dubbi sul modo in cui sono state trattate certe fonti di prova e trascurati alcuni reperti.

La morte di Rossi è l’evento più tragico in cui sfocia un meccanismo patologico. Parliamo dei crimini che può generare il rapporto malato tra banche, politica e certa imprenditoria. A Siena, Mps penetrava in ogni ganglio vitale della vita pubblica ed era penetrata a sua volta dalla politica fino al midollo.

Persino l’acquisto di Antonveneta, che ha segnato l’inizio della fine del Monte dei Paschi, è stato perfezionato senza alcuna valutazione contabile soltanto per le manie di grandezza dell’ex presidente Mussari che voleva accreditarsi in certi ambienti di governo e nel mondo cattolico.

Il libro “Morte dei paschi” di Elio Lannutti e Franco Fracassi, edito da PaperFirst, con la prefazione dei nostri portavoce Daniele Pesco e Luigi Di Maio, ripercorre il filo che lega la morte di Rossi al “groviglio armonioso” senese e alla gestione del Monte. Un volume che apre gli armadi e mostra tutti gli scheletri di chi ha ucciso il credito e la fiducia dei risparmiatori per coltivare clientele, interessi di parte, potere. Una storia in cui il Pd e i suoi predecessori di sinistra stanno dentro fino al collo.

Con il M5S al governo i manager infedeli delle banche pagheranno tutte le loro colpe e gli istituti torneranno a fare il loro dovere: finanziarie l’economia reale, sostenere le famiglie e le imprese italiane.