Il nostro mare non si tocca: abbiamo denunciato la TAP al Parlamento europeo

di MoVimento 5 Stelle Europa

Il gasdotto TAP – Trans Adriatic Pipeline – taglierà in due il Mar Adriatico distruggendo 104 km di fondale marino. Passerà anche sotto i fondali della spiaggia di San Foca e a pochi metri dalle praterie protette che danno ossigeno e vita al Mar Adriatico. Il nostro mare non si tocca! Siamo a fianco dei cittadini che stanno protestando contro questo disastroso ecomostro marino. Abbiamo denunciato al Parlamento europeo l’ipocrisia di chi permette tutto questo!

di Rosa D’Amato, Efdd – MoVimento 5 Stelle Europa

Siamo qui a parlare di salvare il nostro mare, di salvare le praterie di Posedonia quando per farlo basterebbe impedire infrastrutture energetiche come la TAP. Quella TAP che in questi giorni ha militarizzato San Foca, in Puglia, sud dell’Italia.

Quella TAP che è proprietaria di un intero territorio che lo compra con 55 milioni di euro.
Sta devastando un intero paesaggio, un’economia, il turismo. Ha estirpato centinaia di ulivi. A parole oggi difendiamo il nostro mare, le praterie di Posedonia e parliamo di come sia importante per la salvaguardia degli ecosistemi, per la pesca artigianale, di come sia devastata dalla pesca a strascico.

Possiamo parlare di quanto siano belli e importanti i fondi LIFE per recuperare la Posedonia. Ma i veri responsabili dei disastri dei nostri territori, i veri responsabili della devastazione dei nostri mari siete voi che non siete capaci di dire no alle lobby del petrolio e del gas. Siete voi che non siete capaci di avviare una vera transizione verso le energie rinnovabili.

Ai cittadini di Meledugno, ai ragazzi del Movimento NO TAP che sono stati costretti a lasciare il presidio San Basilio dopo 8 mesi di lotte, dico di non fermarsi e con loro noi non ci fermeremo per fermare, invece, la devastazione di chi lo fa solo per il mero profitto.

SOSTENIAMO LA PICCOLA PESCA ARTIGIANALE
La piccola pesca artigianale è una pesca selettiva perché si concentra quasi esclusivamente sulle specie bersaglio i. L’importanza di gestire e salvaguardare le risorse del mare e l’ambiente circostante ha prodotto inevitabilmente un’attenzione di gran lunga superiore rispetto al passato sul problema della selettività degli attrezzi da pesca. Numerosi studi confermano che il tipo di attrezzi utilizzati agiscono nei confronti dell’ambiente, individuando così quelli in grado di offrire una maggiore “protezione” delle risorse ittiche attraverso un minor impatto ambientale, soprattutto quando l’attrezzo opera su fondali di grande valore ecologico, come ad esempio le praterie di Posidonia Oceanica.

In questo contesto quindi un ruolo cruciale lo svolge la piccola pesca artigianale che fa uso di attrezzi, come le reti da posta ad esempio, che, se utilizzati in conformità alle limitazioni e ai regolamenti emanati, hanno una buona selettività ed un basso impatto ambientale. La dimostrazione di ciò sta anche nel fatto che, dietro la presentazione di evidenze scientifiche, alcune AMP (aree marine protette) italiane hanno permesso la pesca condotta in modo artigianale anche in zone di massima protezione e con fondali costituiti in gran parte da praterie di Posidonia Un’altra delle nostre battaglie riguarda l’equiparazione della pesca ricreativa agli altri tipi di pesca. Spesso esonerata dagli obblighi cui è sottoposta la piccola pesca artigianale, la pesca ricreativa a volte ha addirittura dei diritti in più, come nel caso delle quote tonno. Per questa ragione, nel dossier sulle misure tecniche abbiamo espressamente richiesto che tale tipo di pesca sia del tutto equiparata alla pesca professionale. Difatti, anche gli impatti sull’ecosistema marino, comprese le praterie di Posidonia, della pesca ricreativa possono essere importanti ed estremamente dannosi.