Ecco il voto di PD e Forza Italia per favorire la speculazione bancaria

di MoVimento 5 Stelle Europa

Ancora una volta, in Europa ma soprattutto in Italia, è passata in sordina la notizia scandalosa dell’approvazione nella scorsa plenaria di Strasburgo del pacchetto sulle cartolarizzazioni. Una notizia subissata dalle fandonie del Bomba che si è messo ad attaccare Bankitalia e Consob dopo che il suo Governo ha applicato il bail-in (approvato da Forza Italia e PD in modo scellerato nel passato). Parliamo di un insieme di due regolamenti che ha l’obiettivo di promuovere e rilanciare proprio lo strumento che è stato al centro della crisi finanziaria 2007/2008. Con un colpo di spugna, la cartolarizzazione da problema principale diventa paradossalmente una delle soluzioni per risollevare l’economia reale.

Sembrerebbe una follia senza senso, se in realtà non fosse parte di un progetto politico ben preciso volto a favorire la concentrazione e l’aggregazione bancaria, con banche universali sempre più grandi. Il tutto per mettere fuori dai giochi le banche commerciali radicate sul territorio, che assorbono parte dei profitti delle banche d’affari. Esattamente l’opposto di quello che avremmo dovuto fare dopo la crisi: smantellare le banche “too big to fail” e ridare valore alle banche che sostengono l’economia reale, arginando i rischi sistemici, attraverso la riforma più importante e urgente, la separazione bancaria, la cui proposta guarda caso è stata ufficialmente ritirata dalla Commissione europea.

In pratica, viene introdotta un’etichetta per le cartolarizzazione di “alta qualità”, che rispondono a criteri di “semplicità, trasparenza e standardizzazione” (STS), in modo da ripulirne l’immagine e far sentire gli investitori più sicuri ad acquistare di questi titoli. Non solo, viene anche stabilito un trattamento prudenziale favorevole per queste cartolarizzazioni STS, che quindi beneficeranno di requisiti di capitale inferiori. Inutile ricordare che questo accade proprio quando i requisiti di capitale e l’attenzione quasi ossessiva della vigilanza sul rischio di credito si fanno sempre più stringenti e pressanti.

Ci dicono che il pacchetto STS servirà a risollevare l’economia e far ripartire il circuito del credito, perché creerà un canale alternativo alle banche per il finanziamento delle PMI e dell’economia reale. La verità è ben diversa: come prima cosa, queste cartolarizzazioni avranno ben poco di semplice, trasparente e standardizzato. Basti pensare che l’etichetta STS include nella definizione il tranching (impacchettamento di profili diversi di rischio) e i derivati, e non risolve il problema del conflitto di interesse tra le banche che creano cartolarizzazioni e gli investitori che le acquistano.

La definizione prevede infatti l’obbligo per le banche di mantenere solo il 5% delle cartolarizzazioni create, una quota di rischio troppo bassa, che in passato non ha impedito alle banche di inondare il mercato di titoli tossici. Noi avevamo insistito su una percentuale di almeno il 20%. L’etichetta STS crea quindi una falsa sicurezza dietro cui si nascondono complessità, opacità, catene di rischi sistemici, e le condizioni per una nuova crisi finanziaria.

Ma soprattutto, non ci sarà alcun beneficio per l’economia reale e l’occupazione, non aumenteranno i prestiti alle PMI perché le cartolarizzazioni rappresentano un meccanismo di finanziamento troppo costoso e complicato. Tra l’altro, lo denunciamo da anni, il problema delle PMI è soprattutto la mancanza di domanda e di prospettive di mercato, che va risolto con investimenti pubblici, oltre che con misure che sostengono un modello più sano di finanza.

Insomma, con il rilancio delle cartolarizzazioni, ad aumentare con certezza saranno solo i profitti delle grandi banche di investimento che emettono questi prodotti, il sistema bancario ombra (shadow banking) e i rischi sistemici alla stabilità finanziaria. E anche su questo provvedimento compaiono le tristi firme degli europarlamentari di centrodestra e centrosinistra, uniti nello svendere l’interesse del Paese che dovrebbero rappresentare e tutelare. Vergogna.