Morti sul lavoro. Chi certifica la sicurezza nelle aziende?

di Davide Crippa, M5S Camera dei Deputati, Commissione Attività Produttive

Ieri si è celebrata la giornata delle vittime sul lavoro, con i nuovi drammatici dati che dimostrano come le vittime siano ancora in aumento.
Come può accadere questo, nel 2017? Si chiedono i cittadini. Forse è il caso Ilva, di cui si parla molto in questi giorni, a fornirci una possibile spiegazione: riguarda la decisiva materia della sicurezza sui luoghi di produzione, e di come incredibilmente le certificazioni siano affidate agli stessi privati che se ne occupano. Riuscite ad immaginare a cosa può portare tutto questo?

Facciamo un passo indietro. Sulla scorta del recente scandalo che ha coinvolto l’ex funzionario del ministero del Lavoro, Michele Candreva, il MoVimento 5 Stelle ha appena depositato un’interrogazione sul malaffare attecchito intorno alle certificazioni di sicurezza per gli impianti e le attrezzature di lavoro.
La magistratura ha infatti ipotizzato che Candreva, arrestato nel novembre 2016 con un’operazione che ha portato al sequestro di 2,4 milioni di euro di beni, prendesse mazzette sin dal 1989 per emendare o sostituire pratiche di ‘bollinatura’ delle aziende, già spedite e protocollate. Ma gli inquirenti hanno ritenuto di verificare l’ipotesi secondo cui le tangenti servissero pure a facilitare la strada agli enti privati candidati a ottenere l’abilitazione da parte dei dicasteri del Lavoro e dello Sviluppo economico.

E’ emerso che le verifiche e le certificazioni in materia di sicurezza sul lavoro, che hanno costi contenuti, abbiano favorito pratiche di sicurezza ‘al ribasso’ a danno dei lavoratori. E soprattutto sembra che le società private di ispezione abbiano spesso suggerito alle imprese, attraverso costose consulenze, come superare i controlli da loro stesse effettuati.

Questo sistema avrebbe coinvolto, tra le altre, anche l’Ilva di Taranto che nel 2016 si sarebbe rivolta alla Bureau Veritas Nexta, ramo italiano della francese Bureau Veritas, per la verifica dei generatori a vapore dell’impianto. Una volta ottenuta la commessa dall’Ilva, Bureau Veritas si sarebbe proposta anche per le ‘attività propedeutiche di superamento della verifica.

In pratica, funziona così: l’azienda (privata) che fornisce le certificazioni di sicurezza, consiglia sottobanco l’azienda su come passare i test risparmiando soldi, con vantaggio economico di tutti e a scapito quindi della sicurezza. Ecco perché nel 2017 abbiamo ancora morti sul lavoro.

Il MoVimento 5 Stelle esige che sia fatta chiarezza su queste attività per il superamento dei controlli, e circa le verifiche relative a Ilva nel biennio 2015-2016. Ma soprattutto, il governo deve spiegarci quali siano i criteri di definizione delle deroghe temporali rilasciate agli enti verificatori accreditati e quali siano i nomi degli attuali componenti della Commissione esaminatrice. E’ inutile fare cerimonie e minuti di silenzio: bisogna cominciare con i fatti.