#LaBallaDelGiorno – Le “gaffe” secondo La Repubblica

di MoVimento 5 Stelle

Siamo alla seconda puntata de #LaBallaDelGiorno. La prima aveva riguardato un video montato ad arte dal Corsera contro il nostro candidato premier Luigi Di Maio, ma questa seconda balla è ancora più pesante e vogliamo raccontarvela.

Il quotidiano La Repubblica in un articolo senza firma attribuisce un’altra gaffe a Luigi Di Maio, su una nota che il vicepresidente ha diffuso ieri per chiedere che il governo si adoperi affinché Cesare Battisti – tutt’ora latitante – sconti la sua pena in Italia e non in Brasile. Nella nota si precisa che Battisti è stato “condannato in contumacia all’ergastolo in Italia per quattro omicidi” e si chiede, a nome di tutto il MoVimento 5 Stelle, giustizia per le famiglie delle vittime e per il Paese, già “profondamente ferito dagli anni dello stragismo”. Gli anni dello stragismo, o anni di Piombo sono evidentemente un periodo storico, che va tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Ottanta. Ora, seguendo il filone di Repubblica però gli anni di Piombo non sarebbero quelli dello stragismo. O, forse, il quotidiano ha particolarmente a cuore il caso di Cesare Battisti tanto da sottolineare che non c’entrasse nulla con le singole stragi. Una puntualizzazione di cui non avevamo certo bisogno, se non per rivangare la vecchia diatriba politica secondo cui il terrorismo nero tentava di destabilizzare il sistema gettando bombe nel mucchio, mentre quello rosso invece era più accorto ed aveva obiettivi più mirati. Era questo che voleva sottolineare La Repubblica?

Eppure quando Battisti viene arrestato con i suoi complici a Milano, nel giugno 1979, gli trovano addosso un arsenale: mitra, pistole, fucili. La condanna è per quattro omicidi: per aver ammazzato il 6 giugno 1978 un maresciallo di Udine, Antonio Santoro; per aver organizzato il 16 febbraio 1979 l’assassinio del gioielliere Pierluigi Torregiani, episodio in cui il figlio Alberto resta paralizzato; per aver fatto fuori un commerciante di Mestre e subito dopo per aver ucciso di persona il poliziotto della Digos Andrea Campagna. Di errori ne avremo pure fatti in passato, in fondo sbagliare è umano, ma dire che Repubblica questa volta si sia lanciata in una strumentalizzazione vergognosa del nostro comunicato è davvero poco. Passiamo la mano, sia chiaro, perché se l’obiettivo è colpire Luigi Di Maio e il MoVimento 5 Stelle con ogni mezzo non staremo qui a difenderci da una gaffe che non esiste. Ma mi raccomando: d’ora in avanti nessuno parli più di “anni dello stragismo” in riferimento agli anni di Piombo e alla strategia della tensione, altrimenti i professorini falce e cashmere di Repubblica se ne risentiranno.