Ilva, un film già visto

di MoVimento 5 Stelle

Quello che da mesi viene sussurrato, poi detto senza peli sulla lingua, quindi smentito poi ancora confermato, sembra che ora diventi realtà: il gruppo Ilva è pronto a procedere con i 4mila esuberi che già a luglio furono oggetto di un’interrogazione del Movimento 5 Stelle a prima firma Davide Crippa.

Come dicemmo allora, confermiamo oggi: è il solito fallimentare modello di good e bad company. Mancavano i dettagli, che ora sono stati svelati. Parliamo di circa 25 milioni l’anno di cassa integrazione straordinaria che moltiplicato per i 6 anni fa circa 150 milioni.

Allora come oggi è un mistero di cosa accadrà per quelle aree che non saranno oggetto della transizione al nuovo investitore ma rimarranno anch’esse in capo all’amministrazione straordinarie. Parliamo di aree non produttive come le discariche. Quale sarà il loro destino? L’unica certezza è che a pagare saremo noi, mentre ad arricchirsi saranno loro, gli investitori mentre in mezzo come al solito ci saranno i cittadini e i lavoratori.

Risulta che il 20 luglio ci sia stato un tavolo delle istituzioni con i sindacati, proprio quei sindacati che lunedì minacciano di bloccare Genova e Taranto. Avranno discusso in quella sede il tema degli esuberi? E perchè arrivare oggi con la protesta?

L’impressione è quello di un film già visto, un vestito cucito sulle forme dell’acquirente favorito e lo si va attuando step by step fino ad arrivare alla soluzione concordata in origine: non ci stupirebbe vedere a breve una trattativa che riconsidera nell’immediato il numero degli esuberi e spalmandoli su un maggior orizzonte temporale (in ogni caso restano a carico dell’amministrazione straordinaria e non dell’acquirente), poi un nuovo ricatto salute/lavoro e magari una riconsiderazione del piano ambientale per carenza di risorse oppure, se un domani ritenuto troppo oneroso per l’aggiudicatario, la richiesta di ridiscussione. Tutte cose già viste con il placet delle Organizzazioni sindacali che ora giocano la carta della piazza dopo aver contribuito negli anni a determinare questa situazione negli anni. Non saremo accanto a coloro che riteniamo corresponsabili di queste tragedie, individuali e collettive. Non faremo sfilate. Ma saremo al fianco dei lavoratori concretamente, tutti i giorni, come lo siamo stati fino ad oggi.