Gioco d’azzardo: la tremenda storia di Massimo

di Chiara Appendino

Ci tengo a condividere con voi questa lettera. Qui ci sono tutti i motivi che ci spingono a batterci con tutte le nostre forze contro la piaga del gioco d’azzardo patologico. A nome mio e di tutta la Città di Torino voglio ringraziare di cuore Massimo per aver avuto la forza di scrivere queste parole.

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Per tutelare la mia famiglia e il mio lavoro mi presento solo come Massimo.

Sono un ex giocatore delle slot machine e scrivo questa lettera aperta che non è altro che una riflessione e mi auguro possa servire a qualcuno.

Per prima cosa domandati perché stai leggendo questa mia lettera, sono due le opzioni: o sei curioso di leggere come certa gente ( che magari reputi anche stupida ) si è rovinata giocando alle slot, oppure sei un giocatore e di conseguenza ti senti toccato.

Se fai parte dei giocatori abbi il coraggio di ammettere a te stesso che HAI UN PROBLEMA come l’ho avuto io, ma la buona notizia è che i problemi si risolvono, e se ci sono riuscito io che sono il Signor nessuno, tutti ci possono riuscire.

Gioco d’azzardo: una droga silenziosa

Il gioco d’azzardo patologico è una vera e propria droga proprio come il tabacco, l’eroina, la cocaina ecc.., solo perché non si assume fisicamente nessuna sostanza non vuol dire che non crei dipendenza, anzi molto spesso è molto più deleteria e molto più distruttiva in quanto subdola, è subdola perché ci si accorge tardi di avere un problema, è subdola perché la trovi sotto casa, è subdola perché adesso è addirittura in casa tramite un semplice computer, è subdola perché anche la televisione pubblicizza il gioco online, è subdola perché ogni cosa che ha come fulcro il denaro non guarda in faccia a nessuno.

Ho usato il prefisso “ex” giocatore – e lo reputo sbagliato, in quanto a mio modo di vedere essere convinti di aver smesso definitivamente con una qualsiasi dipendenza, elimina la paura di ricaderci e proprio per questo motivo è facile che ci ricadi, mi spiego meglio, il falegname che non ha paura della sega circolare probabilmente si taglia un dito, l’ex fumatore convinto che una sola sigaretta (magari offerta) non lo possa far ricadere nella dipendenza molto spesso è proprio il motivo per cui ci ricade, per cui non voglio definirmi “ex”, ma la definizione giusta è che sono TERRORIZZATO dai video poker.

Questo è uno dei motivi per cui inizia una qualsiasi dipendenza, la NON paura nei confronti di quello che si sta per provare, e questo accade per molti motivi che vanno dalla non conoscenza specifica, alla spavalderia intesa come ” io non sono mica scemo, non ci cascherò mai e smetto quando voglio! “.

Sappi che non voglio farti la morale e dirti quanti soldi stai buttano o dirti che giocare è deleterio, sono tutte cose che sai già, provo solo a dirti come ho IMPARATO ad avere il terrore delle slot machine.

Come tutto ha avuto inizio

Ho iniziato prendendolo come uno svago, un momento di relax e magari vincere qualcosa, l’ambiente mi ha catturato e rapito, ero lontano da tutti i problemi e i fastidi della vita.

Come tutte le dipendenze si comincia poco alla volta, ricordo benissimo di aver giocato 70 Euro, che sono pochi e nello stesso tempo sono molti, era il contante che avevo in tasca, una volta uscito dalla sala quel giorno dissi a me stesso che era una cosa da pazzi entrare in quei posti e la cosa sembrava terminata li.

Il giorno seguente avevo un’ora libera e questa sala era a 1 Km dalla mia abitazione, andai a prelevare proprio lì a fianco e memore di aver perso 70 euro il giorno precedente dissi a me stesso di ritentare, tutto sommato 70 euro non mi mandavano in fallimento, ma il fatto di averli persi mi infastidiva, mi dicevo che non era possibile e che me li dovevo riprendere, quel momento lo ricordo benissimo e fu il momento in cui senza saperlo è iniziata la mia dipendenza, e infatti anche quel giorno buttai via altri 100 Euro, senza vincere nulla.

Nei giorni seguenti ritentai sempre con 50 o 100 Euro, rivolevo i miei soldi, e dopo una decina di giorni successe quello che mi portò alla rovina, vinsi ben 5000 Euro, come puoi immaginare ero sulle nuvole, ero contentissimo e abbondantemente appagato, ebbene vincere fu la mia rovina,

Vincere ti da fiducia e ti da l’illusione che tu non possa mai perdere o che comunque se provi oggi e provi domani prima o poi ti pagano, nulla di più falso, inutile dire che nel giro di una settimana me li ero rigiocati tutti e anche di più.

Le sfumature che portano a giocare tanto e assiduamente sono molteplici e non basta una lettera per analizzarle.

La discesa verso il baratro…

Con il tempo la frustrazione si era impossessata di me in tutti gli ambiti, dalla vita privata alla vita sociale, ero diventato schivo, nervoso e BUGIARDO, si bugiardo perché a casa dovevo trovare ottime scuse per giustificare la sparizione dei risparmi e non esiste cosa peggiore e puoi immaginare il perché.

Ma come sono arrivato ad avere il terrore?

Per 5 anni sono stato completamente dipendente, fino ad un anno fa quando mi sono ritrovato a dover fare i conti con tutti i debiti accumulati giorno per giorno, che alla fine sono diventati una vera e propria bomba, non avevo soldi per il mutuo, non avevo soldi per pagare la corrente, non avevo soldi per il gas, non avevo soldi per il cellulare, né tanto meno per portare la famiglia in vacanza e nemmeno per mangiare una pizza al ristorante, ero completamente assorbito da questa malattia che mi portava a inserire in quelle dannate macchine fino all’ultimo centesimo a disposizione.

Dopo varie vicende che mi dilungherei troppo a raccontare ero arrivato ad avere cattivi pensieri, quei pensieri davvero terribili che ti passano per la testa e che giorno per giorno maturano dentro di te fino a pensare di metterle in pratica, perché ti convinci che sia l’unica via di uscita, e sto parlando dell’atto estremo che un uomo possa fare. Ora non voglio né pronunciare né scrivere quell’orribile parola che senz’altro hai capito, solo a pensare a quella parola mi vengono i brividi memore di come mi sentivo.

Gioco d’azzardo: uscirne si può

Nel mio caso la svolta è stata osservando una foto, precisamente la foto di mio figlio nel pieno della sua pubertà, in quell’istante ho realizzato VERAMENTE che aveva bisogno di me come io avevo bisogno di mio padre alla sua età, realizzai che non potevo essere ricordato da lui come un fallito ma soprattutto non potevo essere ricordato da lui come un non padre.

Da quel momento tutti i soldi che mi passavano per le mani obbligavo me stesso a darli a mia moglie ( sempre stata ignara del mio problema anche se sospettosa ) feci una riflessione e presi una decisione, decisi di andare comunque nella sala slot non come giocatore ma solo come osservatore con niente in tasca, e con niente intendo proprio zero soldi! Non portavo nemmeno il bancomat per non farmi prendere dalla voglia di prelevare. Iniziai ad analizzare i comportamenti delle persone mentre giocavano ed è tremendamente sorprendente quello che si percepisce e si comprende da osservatore, potrei stare ore a raccontare aneddoti e situazioni.

Quello che osservavo io era quello che gli altri vedevano in me stando al di fuori e mi ha completamente aperto gli occhi, in quei giorni ho cominciato ad avere paura delle slot, questa paura è cresciuta a tal punto che non ho più inserito un centesimo ed è un anno che non gioco.

Rivedere un futuro
Oggi sono completamente terrorizzato e ogni persona che vedo giocare anche al bar vorrei avvicinarmi e fargli un discorso di ore per farlo smettere, questa dipendenza uccide senza saperlo.

In conclusione quello che mi ha dato la forza di uscirne è stato l’amore.

Troppe volte questa parola viene usata a sproposito, o viene percepita come una parola da usare in un romanzo, qui è tutto reale, non ho bisogno di romanzare nulla, se avessi pensato solo a me probabilmente adesso sarei a dormire in stazione a Milano, ma fare male alle persone che ti amano ti ferisce nell’anima e questo non lo posso permettere.

Quindi caro giocatore, non devi smettere perché perdi soldi, non devi smettere perché potresti diventare un senza tetto, non devi smettere perché stai distruggendo la tua vita, devi smettere perché stai distruggendo la vita di chi ti ama e ha bisogno di te, loro non devono pagare per i tuoi errori, fosse anche solo il tuo cane.

Naturalmente sto pagando ancora le conseguenze e so che per ritornare al tenore di vita che avevo prima ( un tenore di vita normalissimo ) ci vorrà qualche anno ma sono sereno, sono tornato a sorridere, sono tornato a godere della mia vita fatta di piccolissime cose, la serenità e la consapevolezza mi rende forte e fiducioso per il futuro.

Considero la mia esperienza con le slot come fosse una grande storia d’amore, purtroppo la donna di cui mi sono innamorato era estremamente pericolosa e ho voluto e dovuto lasciarla per non morire, rimarrà nel mio cuore non come un bel ricordo ma come puro terrore.

Se tu che stai leggendo pensi che le mie parole possano essere esagerate, devi sapere che molte persone sono state o sono nella situazione da me descritta, non hanno il coraggio di dirlo come non lo avevo io, sono molti di più di quello che si possa pensare e sono persone normalissime che faticano a gestire le proprie debolezze e vanno aiutate

Insieme possiamo combattere questa piaga
In ultimo vorrei sensibilizzare i giocatori a farsi avanti e a chiedere con forza ai loro comuni o agli enti competenti di introdurre l’autoesclusione , proprio come avviene nei Casinò o nel gioco online.

Dovete chiedere che all’entrata delle sale ci sia un controllo sull’età in primis e inoltre chiunque deve avere la possibilità di chiedere di essere escluso, più volte preso dallo sconforto pensavo che se non mi avessero fatto entrare non avrei perso soldi e mi sarei rassegnato, ma questa possibilità nelle sale non esiste, so che di sale ce ne sono moltissime ma è anche vero che una volta che ci si è autoesclusi dalle sale nelle vicinanze si è sempre più scoraggiati a fare molti chilometri per andare a giocare, o perlomeno si limitano i danni, questa cosa credo fermamente che possa aiutare parecchie persone, so per certo che il comune di Torino sta lavorando per cercare di arginare questo fenomeno e mi auguro ci siano iniziative di propaganda informativa e legislativa.

Massimo