Repubblica e le bufale create ad arte contro il MoVimento

di MoVimento 5 Stelle

Verificare le fonti: è una delle regole basilari del buon giornalismo. Un’altra regola invita a non schierarsi politicamente. Questo ci saremmo aspettati da Repubblica che ha fabbricato una vera e propria fake news: secondo il quotidiano romano il M5S e l’amministrazione di Roma starebbero varando un regolamento per censurare i giornalisti. Ovviamente, nulla di più falso. Anzi, la Giunta Raggi sta facendo proprio il contrario, introducendo maggiore trasparenza e accesso semplificato per cittadini e giornalisti agli atti amminisrtativi. Ci troviamo, quindi, davanti all’ennesima bufala creata ad arte per attaccare il MoVimento 5 Stelle e l’amministrazione di Roma. Una fake news creata da chi immagina di introdurre norme per controllare – e censurare – il web, ormai una delle poche fonti libere di informazione per milioni di cittadini.

In una nota l’assessora a Roma Semplice, Flavia Marzano, ha spiegato che “l’articolo apparso su Repubblica capovolge la realtà dei fatti”.

A Roma accade proprio il contrario di quanto afferma l’articolo di Repubblica perchè, in realtà, “finalmente si responsabilizza il personale capitolino rispetto alle richieste di accesso che provengono da organi di stampa”. Con il nuovo regolamento, infatti, l’Amministrazione dovrà “tenere conto della particolare rilevanza delle istanze provenienti da organi di stampa o da organizzazioni non governative, verificando con la massima cura la veridicità e l’attualità dei dati e dei documenti rilasciati, onde evitare che il dibattito pubblico si fondi su informazioni non affidabili o non aggiornate”.
E’ preoccupante – ma non sorprendente – che Repubblica ometta proprio la parte più significativa della bozza di regolamento, quella appena citata, per creare una polemica infondata.

Fa sorridere, inoltre, l’attacco del ministro per la Funzione Pubblica, Marianna Madia, che rilancia sui social media l’articolo, magari senza averlo neanche letto. La proposta del nuovo regolamento, infatti, “rappresenta la trasposizione pressoché integrale di quanto riportato nella recente circolare della Funzione Pubblica a firma della ministra Madia”. Insomma, la Madia critica la Madia.

Ma Repubblica non è sola. Un capitolo a parte lo merita Libero che attacca la Raggi per “la turnazione idrica a Roma”.
Come se fosse la Raggi a decidere se aumentare o meno la pressione dell’acqua nelle tubature. Libero tralascia il fatto che tale decisione, come è giusto che sia, viene presa da tecnici, ovvero dall’azienda di gestione del servizio. Si tratta di un’azienda quotata in Borsa che fa riferimento a tutti i suoi azionisti e non è un mero esecutore di decisioni politiche. Si vede che Libero soffre ancora di quel riflesso condizionato che spinge a considerare le aziende a partecipazione pubblica come una “cosa” nella quale i politici piazzano i propri amici. L’amministrazione Raggi ha cambiato le regole: ha nominato degli esperti. C’è ancora chi non è abituato a questo modo di fare meritocratico. Ma non è questo il punto. Libero nel suo articolo dà voce ad un esperto che – udite, udite – definirebbe “sciagurata la scelta della Raggi” di ridurre la pressione dell’acqua. Peccato che l’esperto non l’abbia mai detto. E’ lui stesso con un commento su facebook allo stesso articolo a denunciare come una sua intervista ad una agenzia di stampa sia stata distorta ad arte. “Sono l’autore dell’intervista – scrive sulla pagina facebook del quotidiano – Non ho criticato l’operato del sindaco, né ho citato Roma. Libero ha manipolato il titolo del mio intervento e i suoi contenuti, dimostrando di sapere fare una pessima informazione“. Grazie ad internet e ai social media abbiamo scoperto la verità. Speriamo che nessuno li censuri. L’informazione è un bene prezioso. Così come lo sono i tanti giornalisti coraggiosi e con la schiena dritta che ogni giorno fanno il loro lavoro. Siamo al vostro fianco. Coraggio.

Resta solo una riflessione da fare. Se altri avessero già adottato il regolamento della Giunta Raggi travisato da Repubblica, avrebbero evitato delle figuracce come queste.⁠⁠⁠⁠