Mediocredito, ecco la nuova banca spolpata dal PD

di Marco Zullo, EFDD – M5S Europa

L’anno scorso, effettuando un accesso agli atti della Procura di Udine a seguito dei vari tentativi dei nostri portavoce regionali che avevano sollevato il caso, abbiamo trovato una relazione di Banca d’Italia che evidenziava ipotesi di reato pesanti da parte di Mediocredito, una banca pubblica del Friuli Venezia Giulia. Scorrettezze confermate anche da altre relazioni della polizia tributaria, documenti sconcertanti abbandonati lì, in archivio. Da allora ho coinvolto diversi portavoce sia in Europa, sia in Italia. Con Giorgio Sorial, Barbara Lezzi e Nicola Morra siamo andati avanti a livello nazionale, portando un’interrogazione al Parlamento che non ha avuto risposte.

Una recente sentenza della Corte di Cassazione sul principio di continuità dei valori di bilancio, però, ci ha dato l’aggancio ideale per andare avanti. Se una falla all’interno di un bilancio non è sanata in quelli successivi, infatti, allora tutto è riconducibile al primo dei bilanci incriminati, anche se sono decorsi i canonici 5 anni per la responsabilità degli amministratori. Da qui abbiamo deciso di costruire un esposto per la stessa procura di Udine che dimostra (attraverso un incrocio tra fallimenti di aziende, prestiti non onorabili, interpretazioni creative dei bilanci e molto altro) il concorso esterno in bancarotta fraudolenta.

Un reato che potrebbe risalire addirittura ai tempi dell’amministrazione regionale di Riccardo Illy e arrivare fino a quella di Debora Serracchiani. Ieri, finalmente, la Guardia di Finanza ha irrotto nell’istituto bancario e ha sequestrato documenti inerenti ai movimenti bancari degli ultimi 7-8 anni. Mentre noi chiediamo di fare luce sulla vicenda, l’amministrazione PD a firma Serracchiani effettua un aumento di capitale con relativa cartolarizzazione dei debiti. Estremo tentativo per insabbiare il tutto, nella speranza che anche questa vicenda passi nel dimenticatoio?

Il Partito Democratico, se le evidenze dovessero essere certificate dalla giustizia, si confermerebbe un partito spolpa banche, capace di creare buchi e debiti ovunque passa. Salvo poi farli pagare, nella peggiore delle ipotesi, direttamente ai piccoli risparmiatori. Il tutto grazie a provvedimenti europei che loro stessi hanno sottoscritto. Insomma, si preannuncia l’ennesimo disastro clientelistico dei dinosauri della vecchia politica.