La Cina blocca l’import di Gorgonzola e Taleggio. Decisone grave e politica

di MoVimento 5 Stelle Lombardia

La Cina, come denunciato nei giorni scorso da Assolatte, ha fermato alle dogane diversi carichi di formaggio italiano, precisamente di Gorgonzola e Taleggio Dop, a causa della presenza di fermenti e muffe nei prodotti che non sono previste nelle restrettive norme cinesi.
Mentre il nostro Ministero sta prendendo la cosa con eccessiva calma e diplomazia, c’è un intero settore in agitazione, dato che parliamo di un eccellenza italiana che produce un giro di affari di oltre 500 milioni di euro.
I cinesi non hanno il diritto di “giudicare” un prodotto che evidentemente non conosce. Parliamo di due Dop che devono sottostare per definizione a determinati standard geografici e qualitativi.
Qui si mette in dubbio la cultura e la storia del nostro paese che in questo settore è, non a caso, leader mondiale. Fa un po’ ridere che questo “stop” arrivi dalla Cina, dove perversa la contraffazione alimentare dei nostri marchi. Non vorremo che questa possa essere una strategia della Cina per acquisire “potere” contrattuale in vista di futuri negoziati. Oppure una ricatto in vista per l’Italia dopo le ultime decisioni prese a Bruxelles. L’Europa infatti deve prendere una posizione importante sul riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina. L’Italia, grazie alla dura presa di posizione del MoVimento 5 Stelle al Parlamento europeo, si è schierata per il No, nonostante le aperture di Calenda.

Alla luce di questa decisione fermare i nostri formaggi diretti in Cina appare un vero e proprio ricatto per ammorbidire la posizione italiana.
Ma nei fatti quella della Cina è una misura totalmente ingiustificata e senza senso che sa di beffa, e ancora una volta mette in evidenza quanto il nostro Governo, da cui ora aspettiamo una reazione forte in difesa del nostro formaggio, sia debole nel mondo. Non dobbiamo cedere. L’obiettivo ultimo è fermare la contraffazione alimentare che danneggia l’agricoltura e l’economia del nostro Paese. Vogliamo criteri trasparenti che diano la possibilità a tutti i produttori di essere tutelati dal plagio e dalla truffa dell’imitazione.