Il condannato Matteoli non può fare il Presidente ai Lavori Pubblici

di MoVimento 5 Stelle

Altero Matteoli, ex ministro dei Trasporti in quota Berlusconi, ieri è stato condannato a 4 anni di reclusione e a oltre 9,5 milioni di euro di multa per corruzione nell’inchiesta Mose. L’inchiesta ha rivelato come il Mose sia una “Grande Opera” davvero paradigmatica: uno spreco di 5 miliardi di soldi pubblici e un danno erariale per 37 milioni di euro; lavori che proseguono imperterriti malgrado scandalose irregolarità (come le paratoie addirittura già arrugginite ancor prima di entrare in funzione) e senza neppure le dovute verifiche tecniche.

Come purtroppo accade spesso, la magistratura arriva prima della politica. Non tutta la politica, però: fin dal 2013, appena arrivato in Parlamento, il MoVimento 5 Stelle ha avviato la propria attività di denuncia con un sfilza di atti parlamentari sul giro di malaffare sul Mose. Si va da un’interrogazione a prima firma Spessotto presentata subito dopo lo scandalo delle commesse truccate, a quella sull’assenza di trasparenza dei collaudi, passando per la denuncia sulla mancata realizzazione delle opere di compensazione alla richiesta di verifica sull’adeguamento alla normativa antimafia da parte delle imprese coinvolte nei lavori fino addirittura ai presunti intrecci con la Massoneria.

Malgrado la condanna sia al primo grado di giudizio, siamo costretti a chiederci come sia possibile che un personaggio gravato da simili accuse possa ricoprire una carica istituzionale importante come quella di Presidente della Commissione Lavori Pubblici al Senato. Matteoli ai Lavori Pubblici è oggi solo il “presidente del cattivo esempio“: per questo pretendiamo le sue dimissioni immediate, quale atto dovuto di dignità e di evidente responsabilità politica.