Di chi ha bisogno l’Italia

di Luigi Di Maio

La cronaca delle ultime ore ci regala due notizie che hanno entrambe a che fare con il grande male di questo nostro Paese: la corruzione. La prima è quella di alcuni professori di diritto tributario finiti ai domiciliari con l’accusa di aver truccato le procedure per ottenere l’abilitazione all’insegnamento nelle nostre Università. Le intercettazioni pubblicate sui giornali chiariscono bene come funzionava il metodo corruttivo: «Non è che si dice è bravo o non è bravo. No, si fa: questo è mio, questo è tuo, questo è tuo, questo è coso, questo deve anda’ avanti per cui…». Poi non ci meravigliamo se i giovani italiani se ne vanno all’estero o se nelle classifiche mondiali sulla qualità degli atenei le Università italiane non compaiono proprio ai primissimi posti.

La seconda notizia arriva dalla Lombardia, dove un’inchiesta della Procura ha portato a galla l’ennesimo intreccio tra ‘Ndrangheta, politica, imprenditori e dirigenti pubblici corrotti. Questa volta ai domiciliari con l’accusa di corruzione c’è finito pure il sindaco di Seregno, città della provincia di Monza e Brianza amministrata dal centrodestra: secondo l’accusa avrebbe ottenuto voti in cambio di favori ad un imprenditore vicino alla mafia.

Sono due storie diverse, ma hanno una cosa in comune: il nostro Paese non ha bisogno di questa gente che disprezza le regole e la meritocrazia, e che ci sta rubando giorno dopo giorno ricchezza e pezzi di futuro. L’Italia ha invece bisogno di persone come Philip Laroma Jezzi, il ricercatore che con le sue denunce ha dato il via all’inchiesta sulla spartizione delle abilitazioni nazionali e delle cattedre. A lui in queste ore sta andando il ringraziamento di molti e voglio ringraziarlo anche io.

Tra le tante proposte contro la corruzione presentate dal MoVimento 5 Stelle e inserite nel nostro programma sulla giustizia, c’è anche quella sul whistleblowing, proprio per dare adeguate misure di tutela e protezione a chi denuncia fatti di corruzione. E’ una misura sollecitata anche dal presidente dell’Anticorruzione Cantone, ma la nostra proposta è ferma in Senato da più di 600 giorni. Quanto ancora dovremo aspettare prima che i partiti si decidano a votarla e a farla diventare legge?

Ps: Oggi il Senato ha deciso che la nostra legge sul whistleblowing andrà in Aula tra il 10 e il 20 ottobre. E’ una prima buona notizia per la lotta alla corruzione, ora massimo impegno per farla diventare legge a tutti gli effetti.