Banca Popolare di Bari, l’ennesimo disastro bancario

di Rosa D’Amato, EFDD – M5S Europa

La Banca Popolare di Bari non “può crollare”, altrimenti sarebbe un disastro per l’intero territorio, i 70mila azionisti e i 3500 dipendenti. Così dicono negli ambienti della finanza e della politica dopo che la magistratura ha aperto una inchiesta su presunte voragini nascoste nei bilanci di questa banca. Voragini che, stando alle accuse dei giudici, sarebbero frutto di gestioni irregolari, prestiti anomali, acquisizioni di altri istituti decotti. Se fosse così, saremmo di fronte a un nuovo caso Monte Paschi (o popolari venete).

Lo schema sarebbe sempre lo stesso: finanza e politica che si scambiano favori con le risorse dei correntisti, banche che chiudono le porte del credito ai comuni cittadini, ma che non hanno alcuna remora ad aprire il portafoglio per finanziare i progetti fallimentari degli amici degli amici e speculazioni ardite. Tanto chi dovrebbe vigilare – Bankitalia e Consob – non vigila. E a pagare non saranno mai loro, ma i risparmiatori e i contribuenti.

La Banca Popolare di Bari “non può crollare”? Siamo di fronte a un nuovo salvataggio di un istituto italiano? Beh, se così sarà, sia chiaro: le tasche di risparmiatori e contribuenti non si toccano. E chi eventualmente ha sbagliato, dai vertici della banca a chi doveva vigilare, deve pagare.

È ora di dire basta alle nuove, famigerate regole europee sui fallimenti bancari, votate da PD e Forza Italia, che hanno dimostrato di essere controproducenti per il sistema bancario italiano e che colpiscono duramente chi colpe non ne ha: risparmiatori e contribuenti, per l’appunto. È ora di inasprire le pene per i manager che mettono in ginocchio gli istituti di credito. Sono questi i punti su cui il MoVimento 5 Stelle sta portando avanti una dura battaglia a Roma e a Bruxelles.

L’UE nei prossimi mesi affronterà le revisioni dei due provvedimenti europei che regolamentano i fallimenti bancari e i requisiti di capitale. Il M5S sta già proponendo misure per stralciare il bail-in e orientare i requisiti di capitale verso i prodotti finanziari, invece che sul credito all’economia reale.

Inoltre, il MoVimento 5 Stelle ha anche deciso di tutelare migliaia di risparmiatori danneggiati attraverso un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, poiché ogni cittadino ha diritto al rispetto dei suoi beni e il diritto di proprietà si applica anche con riferimento alle azioni ed alle obbligazioni bancarie. Il ricorso è finanziato coi tagli degli stipendi dei portavoce.