Non si può ricostruire sulle macerie

di MoVimento 5 Stelle

Il disastro della gestione post sisma di Renzi-Gentiloni-Errani, ad un anno esatto dal terremoto di Accumuli ed Amatrice, è ormai evidente a tutti. Basti pensare che, finora, dalle zone terremotate, solo l’8 per cento delle macerie è stato rimosso. Per capirci, su oltre 2 milioni di tonnellate di macerie, solo 175 mila sono state eliminate. Questo spiega perché le operazioni sono ancora ferme alla fase uno, cioè a quella emergenziale. E sulla ricostruzione non è stata gettata nemmeno una base minima. Nelle Marche, ad esempio, si è partiti solamente ad aprile e si viaggia ad una media di 1200 tonnellate al giorno, a fronte del milione abbondante complessivo. Ciò significa che, per rimuove tutte le macerie, ci vorranno ancora due anni e mezzo. Ora: è pensabile una cosa simile? No, non lo è. Ed è per questo che, sindaci come quelli di Visso e Castelsantangelo sul Nera parlano seriamente di “comunità a rischio”.

Come si può, infatti, ricostruire se prima non si raccolgono tutte le macerie? Infatti la ricostruzione, nelle zone colpite, non è praticamente iniziata anche perché, ad oggi, sono circa 600 le soluzioni abitative d’emergenza, consegnate agli abitanti delle zone colpite, a fronte di 3827 strutture ordinate, per i 51 comuni che ne hanno fatto richiesta. Dati che dimostrano l’inefficienza dell’esecutivo e che causano una situazione vergognosa che impedisce agli abitanti di sperare di tornare presto ad una vita normale.

D’altronde il totale fallimento di Renzi prima, che si è fatto bello con le false promesse ai terremotati e di Gentiloni poi, è fotografato anche dall’annuncio delle dimissioni del commissario Errani. Una vera e propria fuga a gambe levate di un personaggio, reduce da svariati e gravi errori nella gestione del post-terremoto dell’Emilia del 2012, di cui il Movimento 5 Stelle aveva subito denunciato l’inadeguatezza al ruolo. Funziona così: i politici, in questo caso Renzi e il Pd, collocano le persone in posti chiave e delicati, non in base a qualità specifiche e professionalità per il ruolo, ma per dare poltrone agli amici. La cosa grave è che, in questo caso, lo hanno fatto sulla pelle dei terremotati.

Per non parlare poi dello scandalo sulla gara da un miliardo per i moduli abitativi, bandita dalla Consip, che ha portato all’apertura dell’inchiesta sulla quale stanno indagando le cinque Procure territoriali interessate, la Procura Amtimafia e l’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone.

A Settembre, non appena riaprirà il Parlamento, i parlamentari del MoVimento 5 Stelle chiederanno un’informativa del Governo. Gentiloni deve finirla di mettere la testa sotto la sabbia e deve avere il coraggio di dire alle popolazioni delle zone del centro Italia colpite dal sisma del 24 agosto del 2016, che ha provocato quasi 300 morti, il perché di questi ritardi, lentezze e intollerabili inefficienze. Deve dire al Paese quando saranno consegnate tutte le casette, e quando saranno tolte tutte le macerie in modo che, finalmente, potrà cominciare la vera ricostruzione. Perché non si può ricostruire sulle macerie.