I centri stoccaggio rifiuti in Sicilia bruciano. Cosa c’è dietro?

 

di Ignazio Corrao, EFDD – MoVimento 5 Stelle Europa

Cosa c’è dietro a questi incendi? Che interessi economici ci sono? Può esserci dietro la mano della mafia? Il collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, colui che rivelò come le mafie si arricchissero con il traffico di rifiuti con la connivenza dello Stato, spiegando l’itinerario del traffico illecito dei rifiuti tossici, disse chec’erano delle grosse società che raccoglievano rifiuti, anche dall’estero, rifiuti che poi venivano smaltiti al Sud“, nelle discariche e nelle cave in mano alla ndrangheta e alla mafia in Sicilia.

Parole pesantissime, ma per certi versi non sorprendenti. Perché al di là delle stime sul business ambientale (16,7 miliardi di euro l’anno secondo il rapporto “Ecomafie” di Legambiente, basato però solo sui soli reati accertati) il ciclo dei rifiuti in Sicilia è davvero un business che fa gola a tanti. Segui i soldi e troverai la mafia, diceva Giovanni Falcone. Intanto in Sicilia, chi ha interessi nelle discariche sa bene che se vuole preservare il suo capitale deve semplicemente tenere il piano rifiuti sotto scacco, come è avvenuto negli ultimi 25 anni.

Gli incendi dei depositi di rifiuti differenziati, potrebbero quindi servire a mantenere l’emergenza e quindi garantire gli introiti delle discariche? A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, direbbe qualcuno, e in una terra con la storia della Sicilia pensar male è un dovere per chi si occupa di cosa pubblica e bene comune.

L’incendio del centro di stoccaggio di Alcamo, uno dei più grossi in Sicilia è stato l’ultimo di una serie. Una serie in cui magicamente ed improvvisamente si verificano fenomeni di combustione nei centri di stoccaggio di rifiuti differenziati. Prima è toccato a Patti nel Messinese, poi a San Gregorio a Catania, a Baucina nel Palermitano, a Grammichele (peraltro scrivo proprio da qui) ed infine ad Alcamo.

Cui prodest? Chi ne trae vantaggio? Quando parliamo di rifiuti parliamo di una montagna di soldi. La stessa montagna di soldi presente in tutti gli asset fondamentali (acqua, energia, cemento, rifiuti) e che attrae le mafie e le massonerie così come il miele attrae le vespe.

I cittadini questi giochetti portati avanti da bestie senza alcuna morale e alcuna dignità pagano un prezzo altissimo, troppo spesso in silenzio. Credo che sia arrivato il momento di rompere questo pericoloso giocattolo e pretendere che attorno ai grandi business come quello dei rifiuti si pretenda assoluta chiarezza e si metta una lente di ingrandimento costante e radicale. Siamo tutti parte lesa di questi avvenimenti e tutti quanti dobbiamo pretendere giustizia e risarcimento.

Solo attraverso una massima attenzione e pressione dal basso si può rompere questo cerchio diabolico, una forza politica volenterosa come la nostra non è sufficiente. Aiutateci ed aiutiamoci, come comunità, queste bestie vanno isolate e cacciate via dalla nostra società.