Unione Bancaria, l’UE sceglie di non risolvere i problemi

 

di Marco Valli, EFDD – MoVimento 5 Stelle Europa

La vigilanza bancaria dell’Unione europea insiste nel focalizzarsi sul rischio di credito, chiudendo non uno, ma due occhi sul ben più pericoloso rischio finanziario. La scorsa settimana è stato infatti approvato in commissione ECON del Parlamento europeo il regime transitorio del nuovo principio contabile detto IFRS9.

In parole semplici, l’ennesimo duro colpo al credito e ai sistemi bancari focalizzati sulle attività commerciali di finanziamento a lungo termine di famiglie e piccole, medie imprese. Non servirà a prevenire l’accumulo dei crediti deteriorati legati alla crisi economica, ma andrà solo a vantaggio dei sistemi bancari più speculativi. A loro non sarà richiesto di riflettere adeguatamente nei bilanci gli enormi rischi finanziari legati a potenziali perdite: parliamo di strumenti rischiosi, volatili o “illiquidi” come gli “Assets Level 2” e “Level 3”.

Nello specifico, si tratta di una modifica sostanziale della valutazione a bilancio dei crediti, con implicazioni che però vanno ben oltre la contabilità. Perché le banche dovranno disporre ulteriori e sostanziali accantonamenti anche per i crediti cosiddetti “in bonis”, nella prospettiva di perdite future. E non più, come oggi accade, solo a fronte di crediti deteriorati o in sofferenza. Si aggiunge così un ulteriore elemento di asimmetria a questa finta e sbilanciata Unione Bancaria che sta garantendo ingiusti vantaggi competitivi alle grandi banche d’investimento dei Paesi più forti. A farne le spese saremo noi, ovvero chi detiene sistemi bancari più tradizionali e focalizzati sull’economia reale.