Siae, monopolio quanto mi costi!

di Sergio Battelli

Lo denunciamo da anni, ci ha dato ragione l’Antitrust, abbiamo offerto la soluzione con una nostra proposta di legge ma in queste ore alcuni quotidiani hanno riportato che è sta arrivando la bacchettata all’Italia da parte dell’Ue, che da tempo puntava il dito contro un’anomalia tutta italiana che dura ormai da 75 anni: il monopolio della Siae nella gestione dei diritti d’autore, unico caso in Europa (anche la Repubblica Ceca ha avviato l’adeguamento alla normativa UE).

L’occasione per adeguarsi c’è stata più volte, l’ultima proprio in queste ore, con la legge europea che periodicamente arriva in Parlamento per adeguare la normativa italiana a quella Ue e sanare il rischio di infrazioni.

L’Italia ha recepito la direttiva UE Barnier, che chiedeva appunto di porre fine all’eccezione del monopolio Siae, ma con norme che la stessa Commissione europea non ha ritenuto adeguate perché di fatto mantenevano intatto il principio del monopolio Siae nel processo di raccolta dei diritti d’autore e quindi dei soldi (per spiegarla in breve). La Commissione europea ha dunque inviato una lettera al Ministro Franceschini evidenziando le anomalie.
Il MoVimento 5 Stelle ha chiesto di poter visionare il contenuto della lettera ma abbiamo ricevuto risposta negativa perché la Commissione europea stava già investigando.
Abbiamo presentato anche degli emendamenti a tale scopo ma a nulla è valso, anche questa volta, il tentativo di cambiare le cose. Questa mattina alcuni quotidiani riportano che è in arrivo il diktat dell’Europa, con l’annuncio di una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia a causa del monopolio Siae. Proprio quello che si voleva evitare. Dal Parlamento europeo ci siamo mossi contattando la Commissione che al momento non conferma e non smentisce.

Sul tavolo c’è ancora la nostra proposta di legge, nel caso il Governo volesse finalmente scomodarsi a fare almeno copia e incolla.
Altrimenti a pagare ancora una volta il conto all’Europa saranno come al solito i cittadini italiani.