#ProgrammaUniversità: un modello di organizzazione per la Ricerca

Il modello di ricerca pubblica in Italia è estremamente disomogeneo e frammentato. Non esiste un organo che svolga il ruolo di coordinamento e di sintesi per le politiche da realizzare in questo settore. Questa dispersione pregiudica l’efficienza del settore, che costituisce un volano fondamentale di sviluppo e crescita.

di Marco Merafina

Il sistema degli enti pubblici di ricerca in Italia è estremamente frammentato, pur avendo essi la stessa finalità (l’attività di ricerca), sono controllati da diversi ministeri. Per esempio 12 enti di ricerca sono controllati dal Ministero dell’Istruzione e della Ricerca dell’Università, mentre tutti gli altri enti di ricerca sono controllati da altri 7 ministeri. L’ENEA che è l’Ente Nazionale per le energie alternative, è controllato dal Ministero dello Sviluppo Economico, mentre il Ministero della Sanità controlla l’Istituto Superiore di Sanità. Questa frammentazione, ovvero questa assenza di coordinamento, pregiudica un funzionamento efficiente della ricerca in Italia proprio in una fase, in una situazione, in cui la ricerca interdisciplinare sta diventando fondamentale in tutto il mondo. Per poter ovviare a questo inconveniente dobbiamo fare in modo che venga costruita una sorta di rete nazionale della ricerca, in modo che tutte le componenti possano collaborare assieme a rendere più efficiente il sistema.

Una soluzione a questo problema potrebbe essere l’introduzione dell’Agenzia Nazionale per la Ricerca, in modo tale da avere questo coordinamento tra le varie componenti della ricerca e un organo di controllo unico. Questo ovviamente sarebbe di grande beneficio per la ricerca, e consentirebbe a un’unica entità di controllare tutta la ricerca che viene svolta nei vari enti. L’Agenzia Nazionale per la Ricerca potrebbe anche promuovere il coordinamento con la ricerca che viene effettuata all’interno delle università. Ciò potrebbe consentire una progettualità più ampia, in modo tale che anche i docenti universitari, insieme con i ricercatori degli enti, possano accedere a progetti comuni ed essere a pieno titolo rappresentanti all’interno del progetto stesso. Questo invece attualmente non accade e, di solito, il sistema adottato prevede convenzioni che sono molto complicate e frammentate dal momento che riguardano soltanto singole università, o singoli dipartimenti, e i locali degli enti di ricerca che sono interessati.

L’Agenzia Nazionale per la Ricerca dovrebbe essere completamente sganciata dalla politica, e quindi diretta da studiosi e scienziati tra i più meritevoli scelti all’interno della comunità scientifica, con l’obiettivo di coordinare tutti gli enti e salvaguardare la libertà della ricerca, fondata molto più sulla cooperazione che non sulla competizione. Sappiamo che tanti giovani meritevoli che vengono dal sistema della ricerca e dell’università in Italia hanno dimostrato di essere molto validi quando sono andati all’estero e si sono trovati di fronte a organizzazioni molto efficienti. Ecco, sarebbe bene che questo accadesse anche in Italia. Facciamolo e facciamolo per bene.