#ProgrammaFisco – Fisco A++

di Ignazio Conte, responsabile area economica, finanza e tributi di Codacons Veneto

La tutela dell’ambiente, in quanto bene comune e patrimonio dell’intera collettività, rappresenta un obbiettivo irrinunciabile. A tal fine, il sistema fiscale può costituire un valido strumento per incentivare o disincentivare determinati comportamenti non sostenibili per l’ambiente. Sono però, così tante le analogie tra tutela dell’ambiente e tutela del lavoro che, nel contesto fiscale, non si può parlare dell’uno senza fare riferimento all’altro. Volendo introdurre nuove tasse in tale ambito, vale la raccomandazione di non ripetere l’errore già compiuto con la tassazione del lavoro. Il costo fiscale, applicato sulla produzione, per esempio il lavoro, è sempre e comunque una pericolosa zavorra economica che genera una burocrazia altamente tossica, costosa e nemica della qualità della vita.

Infatti, ogni aumento del costo di produzione, deve creare valore aggiunto e non soltanto un aumento di prezzo dovuto alle imposte. Alla riscossione delle imposte sull’inquinamento ambientale, per lo più applicate oggi sulla produzione attraverso specifiche accise, si potrebbe, in futuro, procedere a tassare esclusivamente il momento finale del consumo, salvaguardando accuratamente tutte le fasi della produzione.

Va però garantita l’invarianza del gettito tributario complessivo e l’invarianza dei singoli prezzi al consumo. Oggi è questo il vero nodo tecnico da sciogliere. Anzi, con l’auspicata nuova impostazione di trasferimento diretto delle tasse sui consumatori, senza l’ambiguità e senza le contraddizioni dell’attuale impianto tributario, si può agevolmente dare origine a un’armoniosa dinamica di progressivo passaggio delle tasse dal lavoro all’ambiente. Va però precisato che l’inquinamento ambientale, così come per il lavoro, deve limitarsi a svolgere il ruolo di parametro oggettivo, vale a dire, di semplice misurazione della tassa e non di presupposto soggettivo per applicarla.

Quando si decide di tassare le diverse tipologie di agenti inquinanti dell’ambiente e il lavoro, lo si faccia tenendo ben presente che il primo è fondamento della vita e il secondo lo è della Repubblica, e insieme rappresentano il fondamento dell’economia. E in economia è prioritario il principio del minimo sforzo per il massimo rendimento e non il suo contrario, vale a dire, il massimo sforzo, le tasse e la burocrazia, per il minimo rendimento, la crisi recessiva. Lo stato deve sforzarsi di utilizzare la misura di ambiente consumato e la misura di lavoro impiegato come informazione tributaria necessaria a costruire i parametri del loro consumo, per poi tradurre questi valori in capacità contributiva del consumatore e non più dei lavoratori e delle aziende. La tassazione come strumento per le tutele dell’ambiente, se fatta in capo alle aziende, potrebbe rivelare la cura peggiore della malattia con gli effetti che sono tragicamente sotto gli occhi di tutti, come già accade con la tassazione del lavoro. In alternativa, tassando i consumi e non le aziende, verrebbe attribuito, al consumatore, il diritto di scegliere di acquistare i beni e i servizi che inquinano meno pagandoli meno. Ai consumatori e non alle aziende produttrici va, in ultima analisi, la responsabilità di salvaguardare l’ambiente favorendo la scelta consapevole dei propri acquisti, anche attraverso agevolazioni fiscali. Il processo di tassazione sui consumi dovrà consentire di determinare il costo ambientale del prodotto. Esso viene evidenziato dall’ammontare stesso della tassa calcolata durante tutto il percorso produttivo e trasmessa come informazione tributaria fino a quando non venga applicata a carico del consumatore e in un’unica soluzione, durante, appunto, l’ultimo passaggio.

Tanto premesso, quali dei seguenti obbiettivi si ritengono prioritari?


A: introduzione di un tributo unico ambientale
, ad aliquote differenziate, sui consumi di beni e servizi, sia in sostituzione alla vigente normativa fiscale sulle accise e sia in compensazione, trasferendo progressivamente su di esso anche la tassazione sul lavoro.

B: promozione e diffusione di sistemi di certificazione basata sull’analisi di ciclo di vita, Life Cycle Assessment, che prevedano un adeguato indennizzo anche in forma di riduzione di imposte e agevolazioni fiscali da attribuire direttamente ai consumatori.

C: revisione organica delle imposte sussidi procedendo alle eliminazioni di quelle risultate non efficaci per la tutela ambientale e conseguente introduzione di misure che, attualmente, ancora mancano nel nostro ordinamento. Ad esempio la carbon tax.

D: incentivi fiscali a favore di coloro che consumano a minore impatto ambientale, ovvero, che con le proprie scelte nei consumi apportano benefici in termini di tutela dell’ambiente e riduzione degli agenti inquinanti, fra cui la promozione del riciclo, il riutilizzo di beni usati nonché l’uso delle fonti rinnovabili, delle produzioni a km 0, delle fonti alternative alle fonti fossili per l’autotrasporto.