Livorno, la storia di Asa e gli interessi riversati sui cittadini

di Filippo Nogarin

Ogni volta che mettiamo il naso nei bilanci di una partecipata a Livorno scopriamo magagne incredibili. Questa volta è toccato ad Asa, la società che gestisce il servizio idrico integrato.

Nel 2003 quando era al 100% del Comune di Livorno, ha finito per accumulare oltre 60 milioni di euro di debiti. L’amministrazione, per evitare il default ha sottoscritto un finanziamento ponte da 49,7 milioni con l’istituto bancario Dexia Crediop, dopoché ha creato una nuova società, la Lirai, in cui ha scaricato tutti i debiti di Asa e l’intero patrimonio immobiliare dell’azienda. Questo per rendere Asa più appetibile e permetterne le privatizzazioni, arrivata puntualmente nel 2004.

Nessuno ha pensato di controllare il mutuo con la banca. Fino al 2013 quando lo stesso istituto di credito ha informato la Liri dell’esistenza di, all’interno del mutuo, di un derivato tossico occulto, che ha fatto lievitare gli interessi sul debito. Basti pensare che dal 2003 ad oggi i cittadini livornesi hanno pagato con le loro tasse 28 milioni di euro di interessi e rimborsato 14 milioni di euro di capitale. Mancano ancora all’appello 31 milioni di euro di capitale e una decina di milioni di interessi da saldare entro il 2023.

Fino al 2014 nessuno a mosso un dito per cambiare le cose. Poi siamo arrivati noi: negli ultimi due anni abbiamo lavorato in silenzio e ci siamo rivolti al Tribunale di Roma e, per la prima volta in Italia, abbiamo citato in giudizio l’istituto di credito, con l’obiettivo di rinegoziare i termini del mutuo e fare in modo di cancellare gli effetti del derivato tossico. Che per i cittadini livornesi significherebbe risparmiare in un sol colpo 20 milioni di euro.