Il Pd farà la fine de l’Unità


di MoVimento 5 Stelle

Il Pd è in rosso. Pretendono di poter governare il Paese, ma non sono neppure in grado di sistemare i conti del loro stesso partito. Hanno un buco di 9 milioni di euro nel bilancio del 2016 nonostante i 45 milioni di euro di finanziamenti pubblici percepiti negli ultimi quattro anni. Quella del Pd è una struttura vecchia, novecentesca, parassitaria dello Stato che non funziona più. Oggi vogliono mettere in cassa integrazione i dipendenti, ma domani li aspetta la stessa fine de l’Unità. Il MoVimento 5 Stelle, grazie alla Rete e all’applicazione di tecnologie all’avanguardia come Rousseau, non ha bisogno di montagne di soldi pubblici, ma prospera grazie alle piccole donazioni di migliaia di persone. Il futuro è di chi lo scrive.

tratto da La Repubblica

Quando in un’azienda i conti sono in rosso si corre ai ripari tagliando i costi, compresi quelli del lavoro. E questo vale anche se l’azienda è un partito, nel nostro caso il Pd, e i lavoratori sono i 174 dipendenti che lo mandano avanti. Questa mattina in una riunione fra il tesoriere dem Francesco Bonifazi, i rappresentanti dei lavoratori e i sindacati, il Pd ha richiesto la cassa integrazione per 12 mesi per tutti i dipendenti del partito. L’intenzione è di dare avvio alla procedura ufficiale per l’utilizzo della Cig con l’apertura di un tavolo tecnico presso il ministero del Lavoro. Ma i lavoratori frenano e invitano a ponderare anche soluzioni alternative, come i prepensionamenti o i contratti di solidarietà. Secondo il Pd l’incontro di stamane si è svolto in un clima disteso e costruttivo e i lavoratori si sarebbero dimostrati consapevoli delle difficoltà in cui si trova il partito. Ma la versione dei dipendenti è un po’ diversa: qualche tensione c’è stata, nessun lavoratore fa i salti di gioia quando gli viene proposta la cassa integrazione. […] Di fatto i dipendenti del Nazareno sono consapevoli della gravità della situazione finanziaria del partito, che ha un buco di 9 milioni sul bilancio del 2016 e conta di recuperarne 3 dall’introduzione della cassa integrazione. Il nuovo tesoriere Bonifazi nel dicembre 2013 ha ricevuto dal suo predecessore Antonio Misiani un partito in forte difficoltà, che aveva perso 10,8 milioni di euro dopo la chiusura dei rubinetti del finanziamento pubblico. Prima di arrivare a proporre la cassa integrazione ha resistito tre anni, praticando tagli fino all’80% su servizi e fornitori. La situazione è migliorata ma i conti ancora non tornano e non resta che mettere mano alla spesa per il personale. Che costa 8 milioni all’anno.