Il grande spreco dei fondi europei e le bugie del governo

di MoVimento 5 Stelle Europa

Le bugie del governo hanno le gambe corte. Non è vero che non sono stati sprecati fondi europei, anzi. Più di 170 milioni di euro sono andati in fumo dalla programmazione 2007-2013. La scadenza del 31 marzo 2017 non è stata rispettata e non sono stati raggiunti tutti i target di spesa. I report trimestrali di fine giugno della DG Budget danno un quadro decisamente allarmante sia per la scorsa programmazione 2007-13, sia per l’attuale 2014-2020. I fondi europei sono soldi dei cittadini e purtroppo per l’incapacità delle amministrazioni targate Pd e centro destra si continuano a sprecare.

FONDI PERSI: LA SICILIA DI CROCETTA AL PRIMO POSTO
Per la 2007-2013, risultano ‘disimpegnati’, ovvero non utilizzati, e dunque persi ben 172 milioni di euro. La gran parte deriva dal POR FESR Sicilia 2007-13 (116 milioni), seguono il PON Attrattori culturali, naturali e turismo con 38 milioni, il PO FSE Bolzano con 9 milioni e il PO FSE Sicilia con 7. Preoccupa anche il PON Ricerca e Competitività, con pagamenti fermi al 74% (ad oggi dovrebbero essere del 95%), per una somma totale da liquidare pari a ben 800 milioni di euro. Il Programma, che dovrebbe promuovere iniziative e progetti nei campi della ricerca scientifica, della competitività e dell’innovazione industriale nelle quattro regioni dell’ex-obiettivo Convergenza, (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), è attualmente sospeso per problematiche relative al sistema di audit. Decisamente in ritardo anche i pagamenti per il PO FSE Calabria, al 67% dei pagamenti. Ombre anche sul cosiddetto ‘RAL’ (reste à liquider), ovvero la somma che deve essere pagata dalla Commissione agli Stati dopo presentazione della domanda di pagamento sui Programmi Operativi. Nonostante la Commissione abbia in effetti cinque mesi di tempo (dunque sino al 31 agosto perché la scadenza della programmazione era fissata al 31 marzo) per esaminare i rapporti finali di esecuzione di tutti i Programmi Operativi, notiamo che la somma da liquidare è praticamente uguale a quella di marzo 2017 (ovvero, 2 miliardi e 150 milioni). Questo significa che nulla si sta muovendo.

NUOVI RITARDI: PEGGIO DELL’ITALIA SOLO CIPRO E MALTA
La situazione non è per nulla rosea nemmeno per quanto riguarda la programmazione 2014-2020. A 3 anni e mezzo dall’inizio del programmazione, e di fronte ad una dotazione totale di 72 miliardi (con finanziamento europeo di 42 miliardi), la Commissione ha rimborsato pagamenti per una quota di appena 3,9 miliardi. La percentuale pagamenti/impegni è ad un bassissimo 16,21%, ben al di sotto della media UE del 23,72%. Peggio dell’Italia, solo Cipro e Malta. Pur potendo beneficare di un anno in più concesso alle amministrazioni nazionali e regionali per trasmettere la domanda di pagamento, il ritmo di spesa dell’Italia, anche a causa dei colpevoli ritardi nelle nomina delle autorità di gestione dei Programmi 2014-2020, non fa presagire nulla di buono. I partiti consapevolmente usano i fondi europei in ritardo per poi giustificare la solita folle rincorsa alla spesa degli ultimi anni e dell’uso scriteriato dei progetti sponda che favoriscono gli amici degli amici. Anche alla luce di questi dati, chiediamo di valutare in maniera approfondita le modalità di gestione e di nomina del personale e dei consulenti dell’Agenzia per la Coesione Territoriale.

COSA FARE ADESSO?
Il gruppo Efdd – MoVimento 5 Stelle insiste non sulla quantità, ma sulla qualità della spesa della politica di coesione. Anche nell’ottica di un possibile ridimensionamento del budget europeo post-2020, è imperativa la necessità di dimostrare il grande valore aggiunto dei progetti europei finanziati con i fondi strutturali e di investimento, per non dare ulteriori motivi ai falchi dell’austerity che vorrebbero distruggere la politica di coesione, ma anche, e soprattutto, per finanziare e attuare progetti realmente utili per i cittadini e funzionali alle vocazioni dei territori.