Un altro imprenditore suicida in azienda

da Corrieredelvenero

Si è tolto la vita nella sua azienda, quella in cui aveva investito quasi tutta una vita, e prima di lui suo padre e, all’inizio, suo nonno, il fondatore, di cui l’impresa porta il nome. A trovarlo, con un cappio al collo, sono stati i suoi dipendenti: la tragica scoperta giovedì mattina, alle 7,30, alla riapertura della ditta di Torri di Quartesolo. I lavoratori hanno subito allertato il Suem 118 ma purtroppo per il 56enne dell’hinterland non c’era più nulla da fare. Una tragedia di fronte alla quale un’anziana parente è stata colta da malore e portata in pronto soccorso. Un gesto disperato che l’imprenditore, a capo dell’azienda con le due sorelle, ha spiegato in una lunga lettera rinvenuta sul posto e acquisita dai carabinieri, che hanno informato anche il pubblico ministero di turno Giovanni Parolin.

Uno scritto in cui l’uomo chiede scusa e saluta i familiari, in cui passa in rassegna quei problemi che devono essergli sembrati insormontabili, talmente angoscianti, opprimenti, da portarlo a togliersi la vita. Dalle difficoltà economiche ai problemi di salute puntando il dito anche contro il governo italiano, che a suo dire non lo aveva certo agevolato con la sua attività quasi centenaria, aperta dal nonno nel lontano 1923, che in passato era stata un’eccellenza nel settore dell’arte campanaria, con campane che erano finite in più parti del mondo, in chiese dell’intero globo. Una realtà che tra tradizione, innovazione e nuove idee brevettate, aveva portato il nome di Vicenza e dei vicentini all’estero.

Nell’ultimo periodo però gli affari non sarebbero andati così bene, il volume di lavoro si sarebbe ridotto in modo importante. Ma non sarebbe stato solo questo a logorare l’uomo, stando a quanto ha lasciato scritto. Le preoccupazioni erano anche altre. giovedì, in azienda e nella adiacente abitazione, nonostante il via vai, nessuno aveva voglia di parlare. Solo cancelli che si chiudevano e teste basse o che facevano cenno che no, non c’era niente da dire, da spiegare, da commentare. Perché di fronte alla morte, all’ennesimo suicidio di un uomo, di un imprenditore che si arrende alla crisi economica, ma anche a problemi di natura personale, non ci sono parole. «Negli ultimi anni si era fatto più ombroso, sembrava aver perso la serenità di un tempo, c’era qualcosa che di sicuro lo turbava», racconta chi lo conosceva bene, che giovedì mattina ha visto arrivare prima l’ambulanza e a seguire la pattuglia dei carabinieri di Torri di Quartesolo, ben cosciente che doveva essere accaduto qualcosa di grave. All’esterno dello stabile che si affaccia sulla via, il tempo sembra essersi fermato, la pianta rampicante sulla facciata quasi sbiadita copre in parte l’orologio e il nome della storica azienda vicentina. Un’azienda ora listata a lutto, l’ennesima degli ultimi anni, di questo intraprendente Nordest.