#ProgrammaBanche: Sistema di pagamenti condiviso

Zero costi, più rapidità e tutela della privacy circa le abitudini di acquisto. E’ necessaria una piattaforma condivisa per i pagamenti, che aiuti anche il contrasto al riciclaggio e all’evasione fiscale.

di Hervé Falciani

Dove sono i nostri soldi? Pensiamo subito alle banche, però con pochi sforzi, che attraverso i recenti scandali bancari sappiamo che sfortunatamente è solo una parte della risposta. Quando paghiamo può essere per la spesa, un ristorante, un hotel, specialmente per noi italiani lo faremo sempre di più con una carta di credito o un sistema digitale o il telefono. Quello che non vediamo è che questa fondamentale operazione bancaria passa per vari paesi dentro e fuori dell’Europa.

Può essere un acquisto che facciamo dal negoziante sotto casa, il denaro andrà in altri paesi. oggi che parliamo tanto del controllo delle frontiere, contro il terrorismo, lasciamo che delle operazioni così importanti per la nostra economia siano gestite fuori del nostro stesso paese. pensate alla battaglia dello slow-food, pensate a che significa questa battaglia di gestire e privilegiare la nostra economia, la nostra società, la nostra ecologia. Questo concetto di attività economica locale italiana deve essere capito e in egual misura per tutte le attività economiche e dicendo questo la base di tutta l’attività economica, il denaro, deve essere capito e gestito localmente. Come il cibo, come tutte le attività che vogliamo per l’Italia, per gli italiani, e con gli italiani prima di tutto. Per questo vogliamo realizzare questo sistema di pagamenti condiviso, SPC.

Questo SPC deve essere inteso come un’appropriazione delle tecnologie bancarie in modo locale, e dare la possibilità a qualsiasi regione o qualsiasi città di dare una preferenza locale alla madre di tutte le attività bancarie, il pagamento. Dunque dare una preferenza locale dietro il pagamento, a tutte le attività bancarie. Sono le leggi europee che citano questa opportunità, dunque a tutti, non solo gli italiani. O lasciamo altri ad approfittare di questo, o ne approfittiamo noi. Pensare a un SPC significa che ridistribuiamo in varie località ciò che ora è centralizzato in centri offshore, come in Inghilterra o negli Stati Uniti. Pensare a un SPC da l’opportunità di costituire una rete che si può estendere fuori dall’Italia, offrendo a tutti i partecipanti la priorità sulla propria attività economica locale. è giusto riprendere questa parte della nostra economia, è giusto ridare una preferenza nazionale e locale all’attività bancaria, è giusto non lasciare conoscere fuori del paese quello che facciamo con i nostri soldi dentro il nostro Paese.

Il controllo della nostra economia dipende dalla nostra abilità a gestire la nostra informazione bancaria, SPC è l’opportunità di applicare le norme di preferenza nazionale sui meccanismi più fondamentali dell’economia, sul denaro. E’ una gara già iniziata, e ci sono già iniziative in altri paesi come in Spagna, e a partire da gennaio 2018, domani, lo potrete constatare in grandi città come Barcellona. Adesso tocca a noi.