#ProgrammaBanche: Riforma della Vigilanza Bancaria

Troppi scandali e troppi crimini attorno al mondo della finanza. E’ necessaria una riforma profonda della vigilanza che conferisca agli organismi di controllo maggiore indipendenza, autorevolezza e strumenti d’azione efficaci.

di Elio Lannutti

Il ruolo delle autorità di vigilanza per le banche italiane è stato svolto esclusivamente dalla Banca d’Italia, ma con l’arrivo della moneta unica e della Banca centrale europea per le Banche di interesse cosiddetto sistemico – ossia quelle con attivo superiore a 30 miliardi di euro – dal 2014 la vigilanza è svolta direttamente dalla Banca Centrale Europea tramite l’Iban. le norme sulla vigilanza bancaria sono comprese nel TUB (Testo Unico Bancario) aggiornato in ragione del coordinamento e recepimento di direttive e regolamenti europei sull’attività bancaria.

Quello stesso Tub, spesso violato dalla banca d’Italia, sia nella durata dei commissariamenti -pari un anno con la proroga massima di sei mesi, articolo 70 del TUB- invece di 60 mesi, come nel caso di scandaloso del Credito Sportivo, che all’articolo 128 del testo unico bancario, per inibire soggetti che prestano l’operazione di servizi disciplinati della continuazione dell’attività anche di singole sedi secondarie sull’anatocismo bancario, per ordinare la restituzione delle somme indebitamente percepite dalle banche per 7 miliardi di euro, configuranti anche l’omissione in atti di ufficio, oltre ad altri eventuali e più gravi reati a danno degli utenti dei servizi bancari.

La Bce detiene il potere di revoca delle licenze bancarie, quindi può decidere la sorte di tutte le banche italiane piccole e grandi: si tratta di una leva molto funzionale e performante della Bce nell’indurre le banche ad eseguire i suoi desideri. ad esempio nel caso di banche in ovvia difficoltà, la stessa può con facilità indurle verso la fusione o l’accorpamento o magari verso la vendita di una banca a favore un altro gruppo bancario, avendo il potere di ritirare la licenza bancaria. in parole povere uno strumento un po’ più potente rispetto alla classica moral suasion. Posso semplicemente affermare che la Banca d’Italia ha commissariato una banca con i conti in ordine, come la Bene Banca Vagienna, per aiutare lo spiccia-faccende degli operatori della Banca d’Italia, quel Giovanni Zonin che dopo aver messo sul lastrico 120mila famiglie che erano azioniste della banca Popolare di Vicenza è ancora a piede libero e non paga il conto, perché se lo pagasse crollerebbe il castello: quello che vede la Consob e la Banca d’Italia anche loro senza alcuna responsabilità. Se ci fossero i crac bancari, anche loro probabilmente andrebbero in galera.