Mps, verità sulla morte di David Rossi

di Daniele Pesco, M5s Camera

Si tiene oggi a Siena l’udienza sulla seconda richiesta d’archiviazione del “suicidio” di David Rossi, l’ex capo della comunicazione di Mps precipitato dalla finestra del suo ufficio la sera del 6 marzo del 2013.

Dopo 4 anni, la vedova Rossi con i suoi legali ed esperti continua a opporsi, vista la lunga lista di interrogativi rimasti aperti, e mai seriamente presi in considerazione nelle indagini. Giusto pochi giorni fa, è stata depositata una nuova memoria, che rimette in discussione tutte le perizie svolte durante il sopralluogo a Rocca Salimbeni, il 25 giugno del 2016, al comando del Tenente Colonnello Zavattaro dei Carabinieri. Perizie che si basavano sui calcoli cinematici estrapolati confrontando la velocità di caduta tra il video “originale” e quelli registrati durante le simulazioni. Si sarebbe dovuto usare lo “stesso sistema di videoregistrazione dell’epoca”, ma la nuova memoria prova che così non è stato. Tali calcoli sono usati nella richiesta di archiviazione per confermare che la caduta è avvenuta dalla finestra dell’ufficio di Rossi, seppur in modo più rocambolesco, smentendo la prima versione dei magistrati. Calcoli che lasciano però in sospeso anche tutti gli altri interrogativi: come si è procurato l’ex direttore della comunicazione tutte quelle abrasioni, contusioni (ivi inclusa la ferita alla testa) e ematomi che nemmeno i magistrati hanno potuto ricondurre alla caduta? Se è ovvia una colluttazione, dove è avvenuta, dato che i magistrati non hanno trovato tracce nell’ufficio di David?

Ora che i calcoli relativi alla velocità di caduta sono ridiscussi, si alzano nuove ombre riguardo alla dovizia e scrupolosità delle prove raccolte dopo il decesso di David Rossi. Secondo la perizia, il primo video consegnato ai magistrati fu estratto con modalità differenti da quello estratto dai carabinieri durante il loro sopralluogo. E forse persino il modello di registratore era diverso. Tutto ciò renderebbe inefficace ogni simulazione di calcolo della velocità di caduta in quanto la compressione differente delle immagini può portare a diverse ipotesi. Nel caso di David Rossi, si riapre alla possibilità che la caduta sia avvenuta dalla finestra al piano superiore al suo ufficio, dove c’erano lavori in corso compatibili con le tracce ritrovate sulle scarpe della vittima. Tali anomalie aprono anche la strada a ulteriori ipotesi, in primis che i video di tutte le videocamere fossero stati estratti contemporaneamente, ma solo uno finì agli atti come prova, e che possa essere anche stato manomesso in un secondo tempo.
Ciononostante i periti di parte sono riusciti a individuare, nel riflesso di un fanale del veicolo parcheggiato nel vicolo, movimenti alla finestra da cui è caduto David Rossi anche successivamente, quando il suo corpo giaceva morente sul selciato.

Troppe anomalie, troppe domande senza risposte. La mancanza di tutti gli altri video di sorveglianza e le anomalie dell’unico esistente, l’assenza di una lista dei presenti in banca e di indagini approfondite sui tabulati telefonici, gli accessi al suo computer, la presenza innegabile dei segni di colluttazione e di persone all’ingresso del vicolo mentre David moriva.

E una magistratura talmente convinta di dover archiviare, che apre procedimenti penali a carico della vedova per la pubblicazione di una e-mail ritenuta “riservata”, non su richiesta di chi l’ha scritta, ma proprio dalla Procura.

Il MoVimento 5 Stelle da tempo chiede la verità sulla morte di David Rossi
, e soprattutto vogliamo sapere i motivi per cui è stato eliminato proprio mentre sorgeva lo scandalo attorno a Mps.