La Globalizzazione ha fallito: adesso ridiamo centralità ai cittadini

di Ignazio Corrao, Efdd – MoVimento 5 Stelle Europa.

“La Commissione Diritti dell’Uomo del Parlamento europeo ha approvato all’unanimità il parere su “Impatto del commercio internazionale e delle politiche commerciali dell’Unione europea sulle catene globali del valore” di cui sono relatore. Un provvedimento che prosegue una linea politica scandita dal mio precedente report sulla responsabilità delle imprese per gravi abusi dei diritti umani nei paesi terzi.

Nel rapporto ho denunciato le gravi lacune nell’identificare le responsabilità delle imprese nelle gravi violazioni dei diritti umani nei Paesi terzi. Le vittime di violazioni da parte di società internazionali incontrano molteplici ostacoli nell’accesso ai mezzi di ricorso giurisdizionali, tra cui ostacoli procedurali relativi all’ammissibilità e alla rivelazione degli elementi di prova, costi processuali spesso proibitivi e mancanza di norme chiare. Parallelamente ho esortato le imprese ad esercitare l’obbligo di due diligence, per una maggiore trasparenza in quest’ambito.

Il parere approvato prosegue il cammino sul fronte “Business & Human Rights”, cui bisogna dare una risposta rapida e soddisfacente. Le catene globali di valore sono figlie della globalizzazione che ha provocato una riduzione delle distanze geografiche e conseguentemente ha permesso la parcellizzazione delle singole fasi di produzione. Se consideriamo il processo di globalizzazione ormai sempre più evidente e inarrestabile, ci rendiamo conto del ruolo primario che rivestono le multinazionali nell’economia globale e del ruolo importantissimo che esse potrebbero e devono rivestire circa lo sviluppo internazionale.

Un problema serio è quello della dimensione transnazionale delle compagnie multinazionali e la conseguente difficoltà nell’attribuzione delle responsabilità nei casi di violazione. Una prima fondamentale riforma consisterebbe nell’includere il rispetto dei diritti umani come clausola vincolante in tutti i contratti tra le multinazionali e le imprese che partecipano alla catena produttiva o alla catena del valore aggiunto. Pratica che sta prendendo piede solo adesso incredibilmente e molto lentamente. Per questo è importante il passo fatto dalle Nazioni Unite per lanciare un nuovo trattato volto a dirimere la questione Business & Human Rights, facendo intendere che la miglior via perseguibile è quella del connubio piuttosto che quella del rigetto. Diritti umani e Business sono assolutamente compatibili e del tutto vantaggiosi se uniti per l’economia e per lo sviluppo. Questa dovrebbe essere un’affermazione scontata eppure ancora non lo è.

Il Parlamento europeo si è rivelato molto ricettivo nel suo insieme riguardo l’urgenza e la necessità di un intervento deciso e decisivo in questo settore. Anche le Nazioni Unite sembrano esserlo altrettanto. Tuttavia sembra che la Commissione Europea e alcuni Stati Membri siano ancora restii ad accettare il legame tra salvaguardia dei diritti umani e business e sviluppo. Nonostante sia un legame ineluttabile. Voglio essere ottimista e credere e sentire che manca veramente poco affinché questa ineluttabilità sia generalmente, del tutto riconosciuta”.