La credibilità del sistema bancario italiano è morta

di MoVimento 5 Stelle

Il giorno dei ballottaggi il governo vara in 19 minuti un decreto per regalare a 1 Euro gli asset buoni delle due banche venete, elargendo al contempo quasi 5 miliardi di euro per garantire a Banca Intesa, che procederà all’acquisto, di pagare dividendi ai suoi azionisti negli anni successivi oltre a non veder diminuire il suo Cet1 (indice per indicare la patrimonializzazione delle banche).

In sostanza Banca Intesa replica un’operazione già vista fare a Ubi Banca – che ad 1€ ha comprato solo pochi mesi fa CariChieti, Banca Etruria e Banca Marche – strappando al governo italiano anche le risorse necessarie per non veder diluito il proprio patrimonio sociale nonché il supporto per la riduzione del personale. Il governo italiano continua a pagare, sull’altare di Bruxelles, la propria incapacità e poca lungimiranza.

I problemi del sistema bancario nazionale andavano affrontati per tempo, proprio nei giorni in cui ci auto incensavamo dicendo “le nostre banche sono solide”.
La situazione di Mps langue, a riflettori spenti il problema non è stato affatto risolto; il Fondo Atlante sta chiudendo in questi giorni la cartolarizzazione di circa 1,5 miliardi di Npl della banca senese esaurendo di conseguenza le proprie disponibilità.
Con il fantomatico Fondo Atlante si era provato ad arginare una voragine; lo strumento aveva permesso di posticipare parzialmente le difficoltà che oggi vengono messe all’incasso per i privati ed a spese dei cittadini. Quello stesso Fondo Atlante, nato per aiutare le banche italiane per la loro ricapitalizzazioni, è diventato il salvagente da far annegare.

Veneto Banca e Popolare di Vicenza sono oggi di proprietà del Fondo Atlante,
gestito da Quaestio Sgr, che si è fatto carico della loro ricapitalizzazione e che ha in mano il 99,33% della Vicentina e il 97, 64% dell’istituto di Montebelluna. Le perdite dell’azionista saranno ingenti, potenzialmente pari all’intero capitale versato, circa 3,5 miliardi.

Lo Stato mette a disposizione risorse per Banca Intesa per 4,7 miliardi di euro
relativi alle operazioni necessarie per mantenete la capitalizzazione e il rafforzamento patrimoniale a fronte dell’acquisizione delle due banche
Tra crediti di imposta, dotazione finanziaria iniziale di più di 4 miliardi di euro e copertura degli NPL si prevedono costi per i cittadini superiori ai 15 miliardi, molto vicino ai 17. L’importo esatto lo si potrà conoscere solo tra tre anni.
Non vanno dimenticate le molteplici deroghe al Testo Unico Bancario, alla legge Antitrust, persino alle norme urbanistiche (trasferimenti immobiliari dalle venete a Intesa): una sospensione del diritto, un arbitrio pesantissimo nel decreto del #PD. Nonché i costi sociali per gli esuberi e la già annunciata riduzione di personale.

E’ l’ennesimo, clamoroso regalo alle banche da parte di questi governi fatti da “competenti” che hanno silentemente accettato ed approvato il “bail-in” che oggi ha messo il Paese sotto scacco della Banca Centrale Europea.
La certificazione della politica liberale dove gli asset vengono regalati, pardon venduti ad 1€, ai privati ed i costi miliardari rimangono a spese dei cittadini. Siamo tutti grandi imprenditori così.

E’ la morte della credibilità del sistema bancario italiano, un sistema che la politica del Centrodestra e del Centrosinistra non ha messo in sicurezza quando si poteva e doveva; un sistema che andava difeso per tempo per evitare che venisse innescata una crisi di sfiducia a cascata rovinosa per l’intero sistema bancario.
Che credibilità può avere un governo che per posticipare a dopo i ballottaggi il “cadeau” di danaro pubblico ai privati, crea un pericoloso precedente, posticipando per decreto la scadenza di un’obbligazione di Veneto Banca? Come si può pensare di avere credibilità internazionale se si svendono gli interessi pubblici agli interessi elettorali del partito di governo?
Il governo ha sempre temporeggiato, ha tamponato le falle prendendo tempo sperando che il peggio passasse; hanno nascosto la testa sotto la sabbia come gli struzzi sperando che il peggio passasse, pensando più ai ritorni elettorali che non a garantire affidabilità al sistema, mettendo in sicurezza i risparmi degli italiani – risparmi che fanno gola a tanti burocrati europei – e prevenendo ciò che oggi sta legittimando: l’azzardo morale.
Cos’è l’azzardo morale? E’ la condizione in cui un soggetto, esentato dalle eventuali conseguenze economiche negative di un rischio, si comporta in modo diverso da come farebbe se invece dovesse subirle.

Il rischio morale è presente anche in macroeconomia, laddove gli operatori economici possono sentirsi incentivati a intraprendere comportamenti eccessivamente pericolosi, qualora essi possano contare una significativa probabilità che i costi associati a un eventuale esito negativo delle loro azioni ricadano sulla collettività o su altri operatori o categorie di operatori.
Ad esempio, una politica di intervento delle autorità per salvare imprese a rischio di fallimento potrebbe indurre gli operatori a finanziare progetti eccessivamente rischiosi, nell’ottica di realizzare i benefici in caso di successo, e di affidarsi all’intervento dello stato in caso contrario. Vi ricorda qualcosa?
Esattamente ciò che hanno messo in pratica: i Mussari, gli Zonin e i Consoli aiutati dai loro manager e da un sistema di revisione dei bilanci e di controlli pubblici incapaci o conniventi.

Il primo comandamento è autoassolversi sempre e comunque; senza comprendere nulla di questa gigantesca distruzione di valore economico, capitale sociale, fiducia e reputazione per il Nord Est e per il Paese intero.
Cosa ha fatto Bankitalia per prevenire questi scandali?
Oggi gli italiani pagano un conto miliardario per coprire i disastri fatti dai manager pubblici e privati che si sono arricchiti e che oggi non si vedono messi in condizione di dover rispondere seriamente ed in maniera forte ed inequivocabile rispetto ai disastri che hanno causato.

Dobbiamo avere la forza di punire severamente i responsabili, a tutti i livelli, in primis i regolatori pubblici di Bankitalia che invece si crogiolano in questa calda estate, al sole, con le tasche piene dei loro emolumenti e dei loro bonus.
Che ne sarà ora dei prossimi casi Alitalia o Banca Carige?