In 18 Stati europei i politici hanno #PensioneComeTutti

di MoVimento 5 Stelle Europa

L’Europa dei cittadini non ha il privilegio. In 18 Paesi europei (Austria, Croazia, Danimarca, Estonia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria) i deputati dei Parlamenti nazionali versano i contributi come tutti gli altri cittadini e percepiscono una pensione in base ai contributi che hanno versato nella loro vita lavorativa. Questi Paesi sono un modello da seguire.

PAESI SENZA PRIVILEGI
In Austria la pensione speciale per i parlamentari è stata abolita nel 1997, in Estonia nel 2003, in Portogallo nel 2005, in Grecia nel 2012 in piena crisi economica. È stato un segnale di rispetto verso chi subiva tagli a pensioni e salari. In Croazia la riforma è arrivata nel 2012 e oggi non esistono privilegi. In Repubblica ceca e in Ungheria i deputati sono liberi di versare una parte del loro salario in un fondo pensionistico privato e comunque vengono trattati come tutti gli altri dipendenti pubblici. Il sistema pensionistico danese è costruito in modo che si possa ottenere la pensione da diverse fonti perché in quel Paese c’è una alta mobilità professionale. In Lituania, Lettonia, Malta, Olanda, Slovacchia, Slovenia e Svezia non è previsto un sistema pensionistico separato per i deputati. In Polonia questo privilegio è riservato solo al Presidente della Repubblica, una volta raggiunta l’età pensionistica. In Spagna la riforma è stata fatta nel 2011 ma non tocca i privilegi già acquisiti dei vecchi parlamentari. In Irlanda i politici non hanno un assegno pensionistico più alto dei cittadini, ma raggiungono il massimo della pensione dopo 20 anni di mandato (tutti gli altri dipendenti statali devono aspettare invece 40 anni).

PAESI CON PRIVILEGI
In Italia i parlamentari dopo 4 anni, sei mesi e un giorno hanno diritto a una pensione speciale che viene erogata a prescindere da quanti contributi hanno versato nella loro vita lavorativa. Viene erogata a partire dai 65 anni e ammonta a 918,18 euro al mese. Uno scandalo che, tuttavia, esiste anche in altri Paesi europei: a Cipro dopo appena un mandato il deputato riceve 1.352 euro al mese, con due o più mandati l’assegno sale fino a 3.718 euro. L’età pensionabile scatta a 60 anni. In Finlandia il sistema è complesso: la pensione decresce se il deputato ha diritto a un altro pilastro pensionistico, per esempio per contributi versati durante un altro periodo professionale. L’assegno è calcolato sulla base della lunghezza della carriera politica e, in ogni caso, il tetto massimo è del 60% della media guadagnata negli ultimi 15 anni. Lo stipendio mensile di un deputato finlandese è di 6.407 euro. L’età pensionabile dei politici è la stessa di tutti gli altri cittadini, 65 anni. In Francia il vitalizio è di 2.700 euro netti al mese e scatta al 65 anni del parlamentare. È possibile accumulare vitalizio e pensione. In Germania il vitalizio scatta ai 67 anni di età, in Gran Bretagna a 55 anni. Politici e Ministri di Sua Maestà hanno un regime diverso rispetto a quello di tutti gli altri cittadini: versano i contributi in un fondo ma hanno rendimenti certi più favorevoli rispetto a quelli degli altri cittadini. In Lussemburgo il vitalizio è di 2.001,33 euro ma scatta solo dopo 15 anni di mandato. In Romania ammonta a 1.540 euro e viene erogato anche se la legislatura si interrompe prima. Non c’è differenza fra l’età pensionabile di politici e cittadini: 60 anni per le donne, 65 per gli uomini. In Belgio i parlamentari hanno diritto a una pensione sui generis che scatta a 62 anni di età e dipende dagli anni di mandato. Il calcolo è semplice: 1.114,81 euro l’anno moltiplicato per il numero di anni di legislatura completati. Un mandato di 5 anni, dunque, frutta 5.574 euro l’anno di vitalizio, 464,5 euro al mese. Non è stato possibile analizzare il sistema della Bulgaria perché i dati relativi alle pensioni dei parlamentari bulgari non sono pubblici.

QUANDO SAREMO AL GOVERNO ELIMINEREMO I VITALIZI E TUTTI I PRIVILEGI.
L’Italia farà parte di quell’Europa che non assegna privilegi ai politici e che mette i cittadini al primo posto. L’Europa è composta da tanti Stati diversi fra loro. Noi vogliamo portare i valori, le battaglie e il metodo 5 Stelle dentro le Istituzioni europee, denunciando le ingiustizie e imitando le buone pratiche. E’ una promessa!

fonte: tutti i dati presenti nel post sono stati raccolti con il supporto del servizio di ricerca del Parlamento europeo, in cooperazione con i Parlamenti nazionali dei 28 Stati membri. Dati aggiornati al 31 marzo 2017.